Per rimanere concentrati sul metodo della coscienza di Kṛiṣhṇa, per esempio per quanto riguarda la recitazione di 16 giri dei Santi  Nomi, ritengo che molti di noi abbiano bisogno di un aggiustamento di mentalità. Vale a dire, acquisire una mentalità che sia più utile per il nostro avanzamento spirituale.

A mio avviso, ecco tre punti che sono importanti:

1) Se comprendiamo il canto del Santo Nome nel suo pieno significato, lo possiamo apprezzare. E se vogliamo recitarlo bene nel japa e poi cantarlo bene nel kirtan, il Nome Santo farà tutto! Ci aiuterà a superare la nostra debolezza. Il Santo Nome organizzerà la vostra vita a vostro vantaggio. Per questo, dovete capire che in effetti non state facendo una pratica spirituale quando recitate o cantate. State entrando in una relazione con una bellissima personalità, un meraviglioso pastorello, conosciuto ai suoi devoti come Shyamasundara. Allo stesso tempo, questa persona attraente, che è con voi tramite il Santo Nome, ha tutte le potenzialità per fare e disfare l’universo. È così potente. È ovunque, ed è con noi tutto il tempo. Ha il potere di fare tutto, persino di guarire tutte le vostre malattie, di guarire la vostra mente che forse non è abbastanza desiderosa della vita spirituale, e così via. Quindi questo è il Santo Nome: una personalità piena di vita che emana beatitudine.

2) Il secondo punto riguarda quello che il famoso psicologo Erik Erikson ha chiamato ‘un kit di identità’. Ognuno di noi porta con sé un kit di identità, proprio come in una scatola di Lego. Abbiamo cose diverse lì dentro: “Sono una donna”, “Sono tedesco”, “Sono un imprenditore”, “Sono un artista”, e così via. Non siamo quelle cose, ma ci sono utili. Possiamo mettere insieme i pezzi e costruire una qualche forma di identità, magari quando vogliamo un nuovo lavoro o una nuova relazione. Quindi, tutti la portano con sé. Quando arriviamo alla porta del Santo Nome dobbiamo parcheggiare questa identità davanti alla porta. Da quel momento in poi dovrebbe essere così: “Adesso non sono più tutto questo. Sono il tuo servitore. Sono il tuo servitore disperato.” La meditazione che Prabodhananda Sarasvati ci offre è, “Sono su un sentiero di Vṛindavana, sto piangendo e aspetto che tu venga con le tue amiche e che mi vedano piangere. E lui dice: “Posso fare qualcosa sai, posso fare delle ghirlande” e poi dice “Oh, questa persona sta piangendo così tanto, lascia che la porti con me a incontrare Kṛiṣhṇa”. In sostanza: lasciate che la vostra sincerità lavi via la vostra falsa identità e in realtà, praticamente connettetevi con l’obiettivo della vostra vita. Quando arrivate a quel luogo, quella parte di voi che desidera davvero Kṛiṣhṇa può anche comprendere il primo punto: il Signore è venuto nella forma del Santo Nome

3) Il terzo punto è che dovreste sapere che il Signore ricambia. Non è solo che noi cerchiamo di amare Kṛiṣhṇa. Quando Kṛiṣhṇa vede che stiamo cercando di recitare il Santo Nome in uno stato mentale sincero, pensa: “Oh oh, questa persona si sta allontanando dalla percezione esterna e sta guardando verso di Me”. Allora vi guarderà. Quando il Signore vede qualcuno che ora è serio riguardo alla relazione, ricambia e con il Suo sguardo crea più entusiasmo nel cuore per servirLo. Quando il Signore vi guarda, la prima parte della Sua misericordia è che vi aiuta, che l’entusiasmo diventa più grande. Perché quando siete ansiosi potete lasciare indietro il vostro kit di identità e potete cantare il nome di Kṛiṣhṇa gentilmente.

Questi sono tre punti che volevo condividere con voi. Con questo aggiustamento di mentalità, tutto diventa facile.

Da una lezione tenuta da Sacinandana Swami il 2 febbraio 2025 (da Saraganati newsletter 161)