Tu sei a Vrindavana in tutte le stagioni.
Da aprile a giugno,
la stagione calda, quando il solo rumore
viene dai colombi e dai pavoni,
quando tutto il resto è brullo
e il profumo dei piccoli fiori
baila avvolge la notte senza brezza,
quando non c’è pioggia,
ma sul pavimento ticchettando
cadono i fragranti fiori
tamal,
due volte al giorno ti applichi
della pura polpa di sandalo
che ti rinfresca la fronte.
In estate senza camicia,
mentre reciti il mantra gayatri
nella tua stanza, alzi il dito verso l’alto
e il tuo servitore accende il ventilatore.
Seduto vicino alla fontana nel cortile,
ti piace sentire lo scorrere dell’acqua
e detti le lettere per l’Occidente.
“Ho letto con piacere i risultati
della distribuzione dei libri;
ora raddoppiate!”
In luglio e agosto,
la stagione delle piogge,
stagione delle cimici e dell’umidità,
quando l’incantesimo del caldo si spezza,
quando danzano i pavoni
e dai villaggi giungono migliaia di pellegrini
(e arrivano anche i kadamba, i màlati
e i gelsomini),
durante il festival di Janmastami
sei felice di ascoltare i pellegrini
cantare e danzare nella sala del
kirtan del Tempio di Krishna Balarama.
E tu chiedi del prasadam, vuoi che di fronte al Tempio
vengano dati gratuitamente halava e puri.
“Quanti piatti?”.
Nelle tue lezioni parli del beneficio del
dham nella stagione delle piogge
per servire le persone sante.
“Se cercate un servizio umile
e mangiate quello che avanza
un puro devoto, otterrete la sua stessa ‘malattia’.”
Mentre stai scrivendo di fuori,
quando giunge una pioggia improvvisa
raccogli il dittafono e il Bhagavatam, ti sposti al coperto,
e ascolti il piacevole scroscio della pioggia
mentre ricominci il tuo lavoro.
Nell’autunno,
quando la pioggia cessa,
la terra e gli alberi diventano verdi
e appaiono le rose.
I giorni sono caldi e le notti fresche,
tutti questi fenomeni naturali di Vrindavana
li hai meravigliosamente descritti
nel ‘Libro di Krishna’.
Torni a casa in autunno,
e i devoti sono con te
e tu li inviti a vederla come la loro casa.
Della tua casa conosci ogni dettaglio,
perfino i documenti del tuo scrittoio.
In ogni stanza ti trovi a tuo agio.
Hai salvato l’albero tamal e nelle mattine d’autunno
ti siedi ai suoi piedi sulla tua sedia a dondolo
e mentre gli uccellini cinguettano e saltellano,
tu dai delle istruzioni.
“Questa polvere (ai piedi dell’albero
tamal) può essere usata per lucidare
gli ottoni delle Divinità”.
Hai circondato la tua casa di Tulasi
e impartisci il precetto pratico,
“È dovere di ogni Vaishnava
innaffiare Tulasi”.
Dagli altoparlanti a tutto volume
vengono i suoni delle scene della
rasa-lila, ma tu non permetti
ai tuoi devoti di andarci.
Così nel dham ci proteggi
dai pericoli dei sahajiya.
Krishna non è così a buon mercato
che noi possiamo vederLo gironzolare
al Loi bazar, e nessuno dovrebbe
mai ascoltare di Krishna
dai recitatori di professione.
Nell’inverno,
quando i pavoni perdono la coda
e i devoti tremano dal freddo
senza trovare conforto,
tu cammini nel freddo dell’alba,
avvolto in un maglione, con la sciarpa
e un berretto di lana, sempre estatico,
vedi la nuda terra, gli animali e gli uccelli.
E perfino se non lo dici,
sappiamo che ti senti particolarmente
bene in ogni stagione
quando cammini a Vrindavana.
Nella primavera, a marzo-aprile,
le stagioni si susseguono nuovamente.
Sbocciano i fiori gialli di mostarda
e le Divinità vestono di giallo
il primo giorno di primavera.
Mentre cammini nel parco
vicino al Seva Kunj ti fermi a contrattare
con un sabji-walla e sua figlia.
“Per un buon prezzo”
compri tutto quello che hanno,
raccogli le verdure nel tuo
chadar e le porti a casa.
In ogni stagione
vivi nel cuore di ogni devoto
in qualsiasi luogo si trovi,
e allo stesso tempo ti vediamo
nella tua eterna dimora.
Nell’arco di una giornata,
alla velocità della mente,
viaggi e ti espandi
per vivere in tutti i Centri
di tutto il mondo.
Tu vivi per sempre nelle tue istruzioni,
e chi ti segue vive con te;
dovunque ti segua,
quella è Vrindavana.
E ora, per la tua misericordia,
i tuoi devoti possono essere lì e camminare
sulla Bhaktivedanta Swami Marg
e vedere Vrindavana con i tuoi occhi.
(Satsvarupa Das Goswami, Remembering Srila Prabhupada, vol. 5)