Una sera Srila Prabhupada notò tra la folla un signore arabo vestito con il suo tipico abito, un lungo kurta, il capo coperto e vestito tutto in bianco. Prabhupada mandò uno dei suoi sannyasi per dirgli di salire sul palco. Era un musulmano e Prabhupada lo invitò a salire sul palco e poi iniziò a conversare con lui. Ed egli disse che era un ufficiale governativo del Kuwait. Era a Bombay per delle cure mediche, e quella sera era la prima volta che gli era stato consentito di uscire fuori dall’ospedale, così aveva fatto una camminata in quel parco e per curiosità si era ritrovato li (nell’area del festival Hare Krishna) e Prabhupada lo aveva invitato sul palco. Prabhupada ebbe una conversazione molto bella con lui e vide che aveva in mano una corona. Allora gli chiese: “Cos’e? Cosa fai con quella corona?” E lui rispose qualcosa come: “La tengo, così…tanto per fare qualcosa…” Prabhupada gli mostrò la sua e disse: “Anch’io ne ho una,” precisando che quella corona era stata fatta per recitare il Santo Nome di Dio e tenere il conto. E poi Prabhupada sottolineò:
Anche la tua corona è fatta per quello, è fatta per recitare i nomi di Allah e per tenere il conto.
Prabhupada chiese se lui non avesse una custodia o qualcosa di simile, era una corona fatta di perline di cristallo, e aggiunse:
E’ qualcosa di molto sacro e deve essere tenuta in modo accurato, ecco perché la mettiamo nel ‘beadbag’, in modo che non venga esposta a qualcosa di sporco.
Prabhupada ebbe una conversazione molto amichevole con lui. Era veramente qualcosa di bello vedere che li c’era Srila Prabhupada, una grande guida spirituale con i suoi discepoli che venivano da tutto il mondo per diffondere la coscienza di Krishna, e questo signore arabo, ovviamente mussulmano, seduto vicino a lui che Prabhupada aveva invitato sul palco. Credo che Prabhupada gli chiese perfino di parlare, ma lui non volle. Aveva delle remore perché era del Kuwait, veniva da un paese musulmano ed era un dignitario; non voleva attirare molta pubblicità su di sé.
Questo episodio mostra l’apertura mentale di Srila Prabhupada. Proprio ieri un devoto parlava di alcuni giornalisti a San Francisco che chiesero a Prabhupada delle spiegazioni riguardo ai conflitti inter-religiosi, ed egli rispose:
Tutte le religioni parlano di Dio. Diffondono il messaggio di Dio, la Gloria di Dio, perché dovrebbero esserci dei conflitti? Ma il conflitto esiste a causa dei fraintendimenti, o delle incomprensioni riguardo a Dio e dell’attitudine pretenziosa di pensare che la mia via è l’unica via. Così cominciano tutti i problemi. In effetti, anche voi vi potete trovare a dire che la nostra via è la via, perché se altri non parlano di essere coscienti di Dio, se dicono ogni genere di cose senza senso, allora qualcuno deve correggerli. In questo modo ci può essere conflitto. Ma se tutte le religioni parlano di Dio, la Persona Suprema, allora non c’è possibilità di conflitto.” Srila Prabhupada lo ha spesso dimostrato con i suoi atti.
Ricordo anche una volta in cui Prabhupada aveva avuto una discussione con dei sacerdoti cattolici che lo sfidarono chiedendogli: “Perché stai convertendo i cristiani in indù?”
La risposta di Prabhupada fu:
Non sto convertendo i cristiani in indù o i mussulmani in ebrei. Sto semplicemente facendo diventare i cristiani migliori cristiani, gli ebrei migliori ebrei, i mussulmani migliori mussulmani, gli indù migliori indù.
Prabhupada li situa nella loro perfetta identità.
Gesù venne e parlò. Chi è un cristiano? Un vero seguace di Gesù Cristo è un cristiano. E cosa predicava Gesù? Gesù semplicemente parlava di Dio, il Padre. Chi è Dio, il Padre? Ci sono molti Padri? Ci sono molti Dio, molti Padri? No, c’è solo un Dio, il Padre. Così quel Dio, il Padre, è Krishna. Chi è Allah? C’è qualche differenza tra Dio, Allah, Krishna e Geova? Dobbiamo comprendere questa verità essenziale. Se questa verità essenziale è compresa bene, allora non ci possono essere dei conflitti tra le diverse religioni.
Questa sua ampiezza di vedute è stata sempre molto evidente, ma allo stesso tempo Prabhupada aveva sempre una chiara comprensione riguardo Krishna. Proprio come all’inizio, quando Prabhupada stava per fondare l’ISKCON e dichiarò che il nome dell’istituzione sarebbe stato Società Internazionale per la Coscienza di Krishna. Benché molti suggerirono che sarebbe stato meglio chiamarla Società Internazionale per la Coscienza di Dio, Prabhupada era risoluto: “No, Società Internazionale per la Coscienza di Krishna.” E c’è una logica per la quale Srila Prabhupada lo fece. Le persone non avrebbero potuto capire che Krishna è Dio.
Prabhupada disse:
Sono venuto qui per far comprendere a tutti che Krishna è Dio.
Quella era la missione di Prabhupada, quella di far comprendere a tutti che Krishna è Dio.
Bhakti Caru Swami
(da Dandavats.com)