Una volta Sacinandana Swami ha notato in tono scherzoso: “Le Scritture predicono che con il progredire del Kali Yuga, i devoti suoneranno gli strumenti musicali così forte che le persone non saranno più in grado di ascoltare il maha-mantra.”
Questo potrebbe farci sorridere, ma in effetti non è così divertente. I devoti dell’ISKCON, e in particolare chi suona nei kirtan, soffre di un alto livello di perdita dell’udito e spesso i genitori evitano di portare i loro bambini nella sala del tempio.
Arjuna Das lavora come elettricista e vive con la moglie e il figlio di due anni nella fattoria di New Varshana in Nuova Zelanda. E’ una di quelle persone che si sta preoccupando per questo fenomeno. Arjuna suona nei kirtan al tempio e suo padre è un tecnico del suono con oltre trent’anni di esperienza.
“Un’esposizione al rumore innocua dipende dal tempo di esposizione in sicurezza a un determinato decibel per un periodo di 24 ore. Ad esempio, il tempo di esposizione in sicurezza per 85 db è di 8 ore. Ma un aumento anche di soli 3 db dimezza la quantità di tempo di esposizione innocuo. Quindi il tempo per 88 db è di 4 ore, ecc. La maggior parte dei kirtan nei templi quando sono rumorosi hanno un margine di sicurezza che va dai 30 minuti a un’ora, o anche meno. “
Il padre di Arjuna, Ross Palmer della Palmer Acoustics, sta progettando un dispositivo da utilizzare nei templi che è in grado di rivelare i livelli medi di decibel e di lampeggiare se il rumore raggiunge un livello pericoloso. I fonometri digitali sono relativamente economici e sono disponibili anche online.
Ma la cosa più importante è che nell’ISKCON vi sia un cambiamento e una presa di coscienza nelle pratiche del kirtan. Arjuna è certo che Dvija Vara Das, il tecnico del suono che si occupa del festival polacco di Indradyumna Swami e per i ritiri spirituali Sadhu Sanga, abbia le risposte:
“In un kirtan equilibrato, si dovrebbe sentire prima di tutto il canto e gli strumenti rimangono in sottofondo. Ma i kirtan nella ISKCON sono generalmente proprio all’opposto. Il risultato è che dopo un po ‘di tempo ci stanchiamo e il kirtan diventa sgradevole da ascoltare. Anche psicologicamente, se la musica diventa troppo alta e non riusciamo a sentire la nostra voce, perdiamo interesse a partecipare e ci limitiamo ad ascoltare invece che cantare.”
Il primo passo è ridurre il numero di strumenti. In molti kirtan, i devoti prendono spontaneamente gli strumenti, non importa quanti ce ne siano già. Ma Dvija Vara consiglia che anche solo un paio di kartal e una mridanga (niente whomper o gong) di solito sono sufficienti anche in un grande kirtan.
Gli strumenti più colpevoli sono i kartals, che causano un rapido affaticamento dell’udito con le loro frequenze medio-alte. Quindi Dvija Vara fa sedere chi suona i kartal dietro chi canta e chi suona la mridanga per ridurre la perdita di kartal nei microfoni. Preferisce anche che i cantanti di supporto non suonino i kartals.
“Che ci crediate o no, anche senza amplificazione si possono sentire i kartal molto bene nel mixer, ma allo stesso tempo c’è così tanto spazio per altri strumenti e ovviamente il maha mantra è in primo piano.”
Il passo successivo è fare in modo che i musicisti siano esperti non solo nel suonare il loro strumento, ma anche nel suonarlo in un modo tale che il kirtan sia piacevole ed equilibrato.
“Penso che molti devoti che sono cresciuti nella nostra cultura dei ‘kirtan rumorosi’ non abbiano un’esperienza pratica di come un kirtan possa essere molto dinamico ma anche piacevole, e gli strumenti possono essere suonati con delicatezza e dolcezza.”
Spesso chi suona la mridanga o i kartal è così concentrato sugli strumenti che non si rende conto del volume di suono che sta creando. E quando il kirtan diventa più veloce, suona il più forte possibile, come se ci fosse una gara per vedere chi può suonare più forte.”
Il terzo passo è coinvolgere dei tecnici del suono professionisti ed esperti oppure dare una formazione riguardo la gestione del suono. Un tecnico esperto può fare veramente la differenza. Ad esempio, quando un kirtan inizia a diventare più dinamico e i devoti tendono a suonare più forte, Dvija Vara riduce il livello del suono dei microfoni degli strumenti piuttosto che aumentare il livello dei microfoni delle voci.
Anche investire in sistemi audio di alta qualità e installare dei pannelli acustici nelle sale del tempio può essere d’aiuto. Il risultato di tutte queste tecniche rende l’immersione nel Santo Nome un’esperienza molto più facile e piacevole, come ha potuto scoprire Arjuna Das partecipando al festival di kirtan del Sacred Sound di New Govardhana in Australia, dove Dvija Vara gestiva la console del suono.
“Avere dei livelli di volume ideali non solo è importante per non danneggiare l’udito, ma è anche significativo il fatto che nessuno ha bisogno di tappi per proteggere le orecchie, e per me è stato meraviglioso cantare sentendo la mia voce.”
Sfortunatamente, al momento alcuni responsabili dei templi sono insensibili al pericolo legato alla diminuzione dell’udito e hanno rifiutato il consiglio di devoti esperti in gestione del suono.
Nonostante questo Arjuna e Dvija Vara continuano a diffondere la consapevolezza di questo problema e chiedono aiuto in questo.
Dvija Vara conclude ammettendo che: “Ovviamente, alla fine della giornata, quando è presente il maha-mantra, ogni kirtan, forte o meno forte, è speciale.”
Madhava Smullen (dal sito ISKCON News)