Vi ringrazio molto per avermi invitato a dare questa lezione e prego per avere le benedizioni di tutta questa elevata assemblea di devoti… Ieri abbiamo assistito a un miracolo 🙂 Bhakti Dhira Damodar Maharaja ha dato una lezione molto ispirante e poi ha chiesto a tutti: “Qual é il miracolo che state vedendo oggi?” e si è risposto da solo dicendo: “Il miracolo è che c’è un nero che sta parlando a un gruppo di uomini bianchi 🙂 e anche di donne :)” E oggi per grazia di Krishna stiamo assistendo a un altro miracolo, una donna che qui, dal vyasasan, sta parlando a un gruppo di uomini 🙂 (applausi)
Questo magnanimo verso parla del potere senza precedenti del santo nome di Krishna e del suo potere di purificare e trasformare anche chi è meno qualificato a ricevere la sua grazia.
Dalla Caitanya Caritamrita [Madhya Lila 18.121-123]
Se anche le donne, i bambini, i vecchi, i mangiatori di carne o i componenti delle classi inferiori possono vederti, sia pure per una sola volta, cantano immediatamente il santo nome di Krishna, danzano come pazzi e diventano maestri spirituali capaci di liberare il mondo intero. Anche senza vederti, chiunque ascolti il tuo santo nome impazzisce nell’estasi dell’amore per Krishna ed è in grado di liberare i tre mondi.
In questo verso viene posta enfasi sul concetto di magnanimità ed è una parola che sentiamo spesso: noi chiamiamo il Signore Caitanya namo maha vadanyaya, l’Avatara più magnanimo, poi sappiamo che il Signore Nityananda è ancora più magnanimo del Signore Caitanya, il Caitanya Bhagavata dice: “Per grazia del Signore Nityananda si può conoscere Gaurachandra, per grazia del Signore Nityananda si possono comprendere i suoi devoti, per grazia del Signore Nityananda le critiche verso gli altri cessano, per grazia del Signore Nityananda si può ottenere devozione per il Signore. Nessuna critica verso gli altri esce dalla bocca dei servitori del Signore Nityananda. Con grande gioia essi cantano giorno e notte della fama di Sri Caitanya. I devoti del Signore Nityananda sono sempre attenti.”
E per quanto riguarda il Signore Advaita Acarya, con la sua visione pura e realizzata ha offerto lo sraddha a chi era un musulmano, Haridas non si è curato di tutti i brahmana di casta ed è andato oltre ogni schema stereotipato.
Immaginatevi cosa hanno pensato i brahmana di Navadvip: “Chi è questo musulmano? Come osa recitare i santi nomi di Krishna?!” e anche i brahmana che si trovavano con Ramananda Ray avevano solo una visione esteriore, lo vedevano come un comune politico: “Come osa abbracciare Caitanya Mahaprabhu che è un sannyasi?” Oggi noi possiamo compiere lo stesso errore. Quello di non vedere chi tra di noi ha della santità. Alcuni sono delle guide spirituali, altri degli umili e silenziosi servitori che a volte compiono un’attività semplice ma fatta con grande realizzazione e con la gioia di servire il Signore, Krishna. Possiamo riconoscere Srila Prabhupada come la persona più magnanima. A Vrindavana, proprio poco tempo dopo che Srila Prabhupada lasciò questo mondo, un suo amato confratello, Akincana das Babaji disse al nostro confratello Bhakti Bringha Govinda Maharaja: “Il vostro Guru Maharaja, il vostro Srila Prabhupada è il più grande Acarya che sia mai vissuto, ha fatto quello che nessun altro Acarya ha mai fatto, liberare così tante persone di ogni parte del mondo.” ….Jay Prabhupada…
Naturalmente il grande e magnanimo Prahlada Maharaj pregava unicamente per la liberazione delle sfortunate anime di questo mondo e che dire della magnanimità dei gloriosi piedi di loto del Signore, Krishna, che sono una nave che ci trasporta sull’altra riva di questo oceano di ignoranza, ma questa nave è così magnanima che rimane ancora qui, e così tanti santi hanno preso questa nave, ma nonostante ciò quella nave è sempre qui per noi. E che dire di Srimati Radharani che sospinge avanti gli altri: “Lui, lei, sono migliori di me! Per favore accettalo, accettala!” Così tutti i nostri Signori e i nostri Acarya vengono definiti magnanimi e anche noi, seguendo le loro orme, possiamo impegnarci a diventare magnanimi. Oppure possiamo scegliere di rimanere critici e settari. Nella Caitanya Caritamrita, si narra di Amogha, il figlio di Sarvabhauma Bhattacarya che aveva criticato il Signore Caitanya e poi è stato colpito dal colera. Ma Caitanya Mahaprabhu andò da lui, gli mise una mano sul cuore e gli disse: “Amogha, il cuore di un brahmana è un luogo molto puro, come hai potuto permettere all’invidia di entrarvi?” E’ una storia molto bella e commovente. Il cuore di Sri Caitanya e dei grandi Acarya come Prabhupada sono come la lava, come il fuoco, ogni cosa che viene toccata dal fuoco diventa fuoco. In ogni luogo dove si sono recati, le persone sono diventate coscienti di Krishna.
Se noi scegliamo di perdere lo spirito del nostro grande Acarya fondatore e di seguire solo alla lettera tutti i principi esteriori che ci ha dato allora il nostro cuore e la nostra istituzione potrebbero diventare calcificati e aridi come una pietra.
Nel 1966 quando Srila Prabhupada viveva in un piccolo negozio della seconda Strada, in una delle zone più degradate di New York, in effetti era una delle aree più degradate di tutto il mondo, aveva deciso di chiamare la società che aveva appena fondato ‘Società Internazionale per la Coscienza di Krishna’ e le persone pensarono che fosse stata una specie di pazzia. “Che cosa? Chiamare ‘società’ un piccolo negozio che si trova nei bassifondi di New York?” Chiamarla ‘società internazionale’? E ridevano. “Forse ha delle manie di grandezza?…” Nessuno poteva vedere quello che lui vedeva. Nessuno poteva vedere la sua visione del futuro, la visione di una società mondiale che avrebbe diffuso il sadhu sanga, il nama kirtan, il bhagavat sravan e che avrebbe creato una meravigliosa murti seva nei luogi santi come Sridham Mayapur e in tutto il mondo.
Se vogliamo muoverci nel futuro e rendere la società di Srila Prabhupada veramente internazionale, dobbiamo comprendere che il 99% della popolazione mondiale non è fatta indù e il 51% della popolazione mondiale è composta da donne. Senza mantenere la visione aperta di Srila Prabhupada davanti a noi, la sua visione di una società internazionale potrebbe frantumarsi in molti frammenti e fazioni. Come noi ci muoviamo nel futuro della ISKCON abbiamo bisogno di scegliere come vorremmo vedere il futuro. I giovani saranno attratti da rigidi e settari rituali? Le persone intelligenti del mondo saranno ispirate a unirsi a noi? Dovremmo pensare fuori dagli schemi, esseri aperti ad ascoltare tutti gli altri, conoscere i loro bisogni, i loro interessi, le loro preoccupazioni, ascoltare i giovani, ascoltare chi vede il mondo in modo differente da come lo vediamo noi, rispettare la tradizione, ma essere aperti alle innovazioni, e pro-attivi.
Il modo è in crisi. In India e in tutto il mondo i genitori sono preoccupati perché i loro figli stanno perdendo i loro valori. Vi voglio dare un esempio: sono appena stata a Delhi, e in India diverse scuole organizzano quelle che chiamano olimpiadi. Olimpiadi di matematica, olimpiadi di scienza, olimpiadi di lettura ecc. Ma il tempio di Punjabi Bagh ha organizzato delle olimpiadi di educazione ai valori e il sottotitolo di queste olimpiadi era: ‘Tentiamo di far conoscere i valori e la saggezza degli insegnamenti della Bhagavad gita”…bello vero?…e 22 scuole nell’area di Delhi Ovest hanno partecipato a questa olimpiade e hanno partecipato anche delle scuole cristiane, c’erano in totale 6200 studenti di diverse età, anche adolescenti… incredibile vero? E’ stato un successo strepitoso e il traguardo per l’anno prossimo è raddoppiare o triplicare il numero dei partecipanti.
Delle persone facoltose sono state ispirate da questa iniziativa e hanno donato dei computer, delle biciclette e dei buoni premio da spendere in negozi di abbigliamento e io ero presente alla giornata di gala che si è tenuta in una grandissima sala presa in affitto e tutti erano li per apprezzare i ragazzi: i presidi delle scuole, i devoti e gli sponsor, ed è stato molto bello vedere così tanti ragazzi che recitavano in coro i versi della Bhagavad gita con così tanto amore nei loro occhi, con così tanto apprezzamento, e loro non erano devoti! E avevano amore e apprezzamento per tutto quello che avevano imparato, è stato molto toccante, e i presidi delle scuole li hanno onorati. Questo programma innovativo è stato ideato da una donna che è un’insegnante e ha quattro lauree, non è una devota iniziata e fa parte del tempio di Punjabi Bagh nel settore delle comunicazioni. Si potrebbe pensare che lei non può essere una buona madre perché lavora, ma è una madre esemplare, i suoi figli sono bravi devoti, sua figlia si è appena laureata, suo figlio è uno dei migliori studenti della sua scuola. E grazie alla sua posizione professionale ha potuto parlare e convincere 22 presidi delle scuole di Delhi a partecipare a questo evento. Quindi chi pensa in modo così innovativo, chiunque essi siano, uomini, donne, giovani vanno incoraggiati.
Srila Prabhupada voleva che ci ritrovassimo ogni anno qui a Mayapur per parlare insieme del tema dell’unità nella diversità. Pensiamo forse che questo dovrebbe diventare solo un vuoto slogan? Noi impoveriamo noi stessi e il nostro movimento quando non ascoltiamo le molte voci che si fanno avanti per servire Srila Prabhupada e il Signore Caitanya. Umiltà significa pensare: “So di essere piccolo, ho così tanto da imparare da te, da tutti gli altri e che nessuno venga messo in difficoltà dalle mie parole e dalle mie azioni.” Io credo nella visione di Srila Prabhupada, lui diceva che noi veniamo arricchiti dalla diversità, dal rispettare anche la più piccola voce, dall’apprezzare e incoraggiare gli altri, dall’apprezzare i devoti vecchi e giovani, di differenti culture e differenti Paesi del mondo. Veniamo arricchiti dalla diversità, non siamo tutti uguali ed omogenei, forse è così quando ci si immerge nel brahman, ma nella bhakti, nel sentimento di Vrindavana, vi sono infinite varietà di modi creativi per amare e dar piacere a Krishna. Ognuno di noi possiede un’unica e sacra individualità e ognuno di noi può essere ispirato da Krishna a servirLo in modo unico e meraviglioso. A Vrindavana, nello spirito vrajbasi, esiste una grande varietà di colori, di fiori, di uccelli, di mucche e altri animali e di giovani gopi e gopa che si vestono con i loro colori preferiti e ognuno di loro possiede il suo rasa unico e ognuno di loro ha la sua unica e meravigliosa specificità fuori dal comune.
In conclusione vorrei solo dire che il Panca Tattva ha aperto il magazzino dell’amore per Dio e io umilmente prego che noi possiamo servire insieme per fare in modo che quel magazzino non si chiuda mai.
Vorrei dire un’altra cosa, c’è un bellissimo verso scritto su un muro di Vrindavana, io non so chi lo abbia scritto, si trova sulla via che conduce al tempio di Radha Raman e dice:
Al mio Gauranga gath i peccatori, i più caduti, e chi non è iniziato, tutti sono portati sull’altra riva gratuitamente.
Questo verso mi ha sempre ispirato molto…
Vi ringrazio molto, avete delle riflessioni da fare, delle domande?
Domanda : Tu hai parlato dell’opportunità di poter dare a tutti la possibilità di amare Dio, ma Sri Caitanya non ha voluto disturbare l’ordine costituito e le regole sociali….per esempio ad Haridas Thakur non veniva permesso di entrare nel tempio di Jagannath, e Caitanya Mahaprabhu, che è Dio stesso, avrebbe potuto fare qualcosa, ma ha preferito andare lui stesso a trovare Haridas Thakur e non ha interferito con la loro mentalità chiusa.
Risposta: Anche Srila Prabhupada è andato a Jagannath Puri e ha redarguito i brahmana dicendo loro che il Signore si chiama Jagannath, non Purinath, e in effetti, per grazia di Srila Prabhupada, sin dall’inizio quando Shyamasundara [prabhu] era a San Francisco, Jagannath è apparso e appare in ogni luogo dove si sta diffondendo al missione di Prabhupada e di Sri Caitanya. E’ vero che non dovremmo disturbare l’ordine sociale, ma ci sono differenti regole in differenti Paesi e anche le differenti culture devono essere rispettate. Per esempio è detto che Srila Prabhupada non apprezzava la parola “impossibile”, ma nella Caitanya Caritamrita ha scritto che è impossibile imporre le regole, la cultura e i comportamento di vita indiano nelle altre parti del mondo; lui diceva che alcune persone potrebbero criticare il nostro tentativo di diffondere questo movimento in tutto il mondo ma ci sono differenti culture e dovremmo rispettarle.
Apprezzo il tuo punto, ma il mondo non è l’India e il 99% delle persone non sono indù; ci sono molte culture nel mondo e dovremmo rispettarle. Dovremmo apprezzare la cultura che troviamo qua e i valori sacri che impariamo. Srila Prabhupada disse che se i suoi discepoli vengono in India ma non imparano nulla, allora sono degli sciocchi, qui c’é così tanto da imparare, il comportarsi in modo sattvico [virtuosi] per esempio, ma è anche vero che le altre culture devono essere rispettate.
Domanda: In effetti Srila Prabhupada ha “disturbato” il cosiddetto ordine sociale perché, secondo la tradizione indiana, le donne non potevano compiere del servizio al tempio, rimanevano a casa, e in molti casi non avevano la seconda iniziazione, e solo se il marito era brahmana, di conseguenza anche loro lo erano. La visione di Srila Prabhupada è stata veramente rivoluzionaria; perfino Bhaktisiddhanta Sarasvati ha spezzato le barriere dando l’iniziazione brahminica anche a chi non era nato in una famiglia di brahmana, ma Srila Prabhupada ha fatto un passo in più, quello di permettere a entrambi, uomini e donne, di vivere e servire in un tempio e ha dato l’iniziazione brahminica anche alle donne. Dobbiamo ricordarci che Srila Prabhupada pensava fuori dagli schemi, e sottolineò che il suo successo era dovuto al fatto che aveva permesso sia alle donne che agli uomini di servire Krishna insieme. Quindi vediamo che Srila Prabhupada è andato oltre le convenzioni e le regole sociali.
Risposta: Voglio risponderti con una storia che Srila Prabhupada ha raccontato a Mula Prakriti dasi che in quel momento era la più grande devota del sankirtan del mondo e Srila Prabhupada era così contento del suo servizio che la chiamò per complimentarsi con lei; le disse che le donne sono l’arma segreta del Signore Caitanya per diffondere il movimento del sankirtan e lei era in Giappone e dava tantissimi libri ai giapponesi ed era speciale. Aveva dei poteri mistici :)… quando guardava le persone i suoi occhi diventavano come quelli delle ragazze giapponesi. Amabilmente Srila Prabhupada le raccontò una storia divertente. Disse che all’inizio del secolo scorso a Calcutta un’azienda voleva lanciare sul mercato un prodotto cosmetico che si chiamava Brahmi Hair oil, una lozione per capelli, e non c’era alcuna prova scientifica della sua validità, ma per poterlo vendere questa azienda ideò una brillante strategia di mercato. Ingaggiò molte rispettabili ragazze che andavano di porta in porta per vendere quel prodotto e Srila Prabhupada disse che le persone si impauriscono se un uomo bussa alla loro porta, ma se si presenta una brava e rispettabile ragazza allora le persone aprono la porta tranquillamente e fu così che quel prodotto ebbe molto successo 🙂
Domanda: Hai detto che dobbiamo apprezzare le differenze ma a volte la tendenza è quella di dire che tutto quello che viene dall’India va bene e tutto quello che viene dall’occidente è negativo. Ma vediamo che in occidente ci sono delle cose buone come per esempio una maggior consapevolezza ambientale, non si butta l’immondizia dappertutto, e a volte vediamo delle cose molto brutte in India, quindi come evitare la mentalità di vedere “solo bianco o nero”?
Risposta: Si, bisogna apprezzare le differenze e vedere il buono che c’è nelle altre culture del mondo. Vi faccio un esempio: in India, un giornalista curioso chiese a un devoto: “Cosa facevi prima di fare parte di questo movimento?” e lui rispose: “Facevo il muratore.” Questo fece scalpore in tutta l’India e tutti i media indiana riportarono la notizia che Prabhupada stava prendendo con sé le classi più basse della società e le impiegava al suo servizio. Ma Srila Prabhupada difese la sua posizione: “No! In Occidente chi fa un lavoro onesto viene rispettato, non come qui in India.” In ogni cultura c’è il buono e il cattivo, ma noi dobbiamo andare all’essenza, vedere ciò che è buono e non accettare quello che non è accettabile.