Durante una recente intervista Indradyumna Swami ha spiegato di aver incontrato il sindaco di una grande città americana che ha apprezzato molto il suo programma culturale cosciente di Krishna, “Apprezzo molto il vostro programma, siete professionali come a Broadway, con la differenza che voi portate dei valori positivi alla gente e siete molto preparati, fate le cose bene e con molta professionalità.” Maharaja ha confermato la cosa dicendo che niente è improvvisato, tutto è preparato con la massima cura; chi fa teatro si prepara mesi prima, si fanno prove su prove, finché la performance raggiunga l’eccellenza e poi ha narrato una bella storia che riguarda Srila Prabhhupada. Quando studiava allo Scottish Churches di Calcutta, lui e altri studenti avevano organizzato una serata teatrale dedicata alla vita di Sri Advaita Acarya. Arrivata la sera della rappresentazione, il teatro gremito, si sente l’annuncio sorprendente che la serata è stata cancellata. Poco dopo alcune persone chiedono agli studenti la ragione di questo apparente fiasco. Prabhupada, o meglio, Abhay Charan, dice loro: “Non ci sentivamo ancora pronti per interpretare la nostra parte, dobbiamo migliorare.” Per vario tempo lui e altri studenti si prepararono, ma non necessariamente provando e riprovando le parti, ma migliorando sempre di più la loro consapevolezza spirituale con la preghiera, la lettura e una sadhana intensa. Poi, quando si sono sentiti spiritualmente pronti, sono saliti sul palco e quella sera le persone del pubblico piangevano, commosse, con il cuore toccato da ciò che questi attori spirituali le stavano trasmettendo.
E’ questo a cui ho riflettuto durante il Ratha Yatra di Torino e durante il programma culturale che si è tenuto in quello che si chiama Borgo Medioevale, nel Parco Valentino.
Confesso che a volte durante l’editing di articoli della rivista “Movimento ISKCON” quando vedevo delle frasi come ‘kirtan estatico’, ‘un meraviglioso programma’, ‘tutti erano in estasi’ generalmente cercavo di ridimensionare quei termini che ritenevo iperbolici per cercare di portarli a una normalità emotiva. Ecco forse perché ho aggiunto l’interrogativo al titolo, per uscire dal solito, ma in effetti la ragione principale è stata quella di creare un maggior interesse in voi, i lettori di questo articolo. Durante il programma, oggi si dice ‘evento’, ho dovuto ammettere con mia soddisfazione che la ricerca di sobrietà di linguaggio questa volta era proprio fuori luogo. Forse non c’era l’estasi, ma la gioia, lo star bene si. Ho vissuto un giorno storico e sono convito che per Torino è stato un giorno storico. Quella che ho visto era l’eccellenza, il fare le cose per bene, un’ottima organizzazione. L’elegante cornice è la sala del Borgo, dalle ampie vetrate, immersa nel verde e praticamente sulle rive del grande fiume Po; la sala poco per volta si è riempita e sul palco per tutto il giorno si sono cantati dei kirtan e eseguite delle danze Bharat Natyam. Sono arrivato sul tardi e dopo poco iniziava a cantare Vayasaki Prabhu. Lui in brevissimo tempo ha catturato il cuore delle persone con la sua musica spirituale è orecchiabile, felice e trascinante. Spostandomi per vedere i visi delle persone, ho visto sorrisi ammirati, molti cantavano il maha mantra, la risposta della gente era un piacevole e fortissimo coro, c’era grandissima partecipazione.
Tutto in quella sala, la sala Hare Krishna, era intenso, c’erano musica, colori, movimento e cibo spirituale; chi cantava, chi danzava, chi girava in cerchio e c’erano emozioni belle e positive. Poi alla fine nessuno, nessuno voleva andare via, erano tutti li a voler continuare a provare quella gioia, quell’unità, quello stare insieme con belle persone. A me è parso che veramente Krishna fosse presente e che quello che ho visto non fosse nient’altro che il mondo spirituale.
Sajjana Ashraya das