Bhakti Tirtha Swami nel suo libro The Beggar II scrive:
Oggi ho fatto pratica della respirazione consapevole. Come inspiravo, immaginavo di far entrare l’amore, la serenità la conoscenza e la gioia. Quando espiravo immaginavo di far uscire la lussuria, la collera, la paura e la tristezza. Quando sono entrato nel tempio e ho visto il tuo dipinto, ho visto che mi sorridevi e mi dicevi: “Ben fatto mio caro, ben fatto!”
Oggi quando sono uscito ho fatto pratica del camminare consapevole. Ho camminato per ore, ho superato molte persone e ho visto molte cose. A volte ho dovuto evitare il pericolo delle auto, dei cani e di ostacoli che incontravo sulla strada. Ma sentivo il sole che splendeva e infondeva nel mio corpo dell’energia dinamica e sentivo che gli uccellini cinguettavano proprio per darmi allegria e incoraggiarmi a proseguire verso la mia destinazione. Più tardi quando sono tornato al tempio, ho visto il tuo dipinto e ho visto che mi sorridevi e mi dicevi: “Ben fatto mio caro, ben fatto!”
Oggi ho fatto pratica del parlare consapevole. Sono stato estremamente attento di non dire nulla che potesse offendere qualcuno. Ho immaginato che ogni parola che dicevo potesse essere come una pioggia di petali di fiori o di mattoni. Le parole di devozione sono come dei fiori che aiutano il benessere dell’altro e festeggiano l’esistenza di quella persona. Le parole dure e capricciose sono come degli attacchi verso gli altri, come se li colpissimo con dei mattoni.
Con ogni persona che ho incontrato, ho discusso solo di argomenti improntati alla devozione. Così mi sono sentito continuamente ispirato dal pensare a tutte le persone gloriose che sono nella mia vita. Poi, quando sono tornato al tempio, tu mi hai sorriso e mi hai ripetuto di nuovo: “Ben fatto mio caro, ben fatto!”
Oggi ho fatto pratica dell’ascolto consapevole. Ho riflettuto su come tutte le conversazioni siano un invito per partecipare a certe attività o per accettare un certo tipo di schema mentale. Ho scelto di partecipare esclusivamente ad attività devozionali e ho voluto commentare solo tematiche spirituali. Così, ogni volta che capitavo in una discussione che non mi permetteva di condividere delle riflessioni o delle attività spirituali, semplicemente chiedevo scusa e me ne andavo.
Sono perfino uscito dai miei soliti schemi per cercare la compagnia di chi mi invitava a glorificare i guru, i sadhu e la Coppia Divina e io ho scelto consapevolmente di evitare la compagnia di chi cercava di allontanarmi dal Loro amore e dal Loro rifugio. Quando sono tornato al tempio ho notato il tuo dipinto che sorrideva mentre mi dicevi: “Ben fatto mio caro, ben fatto!”
Oggi alla colazione ho fatto la pratica del mangiare consapevole. Prima di tutto ho pensato a tutti i miei meravigliosi discepoli che con così tanta cura preparano il cibo per il piacere del Signore e per me. Loro preparano sempre puntualmente quel cibo in un ambiente pulito e in un’atmosfera e un sentimento di devozione.
Dopo aver considerato con attenzione il loro servizio ho riflettuto sul fatto che quel cibo è stato offerto al Signore Supremo con amore e con un sentimento di preghiera, e di come poi gli avanzi del Signore siano stati disponibili per tutti.
Mentre masticavo ogni boccone ho pensato che ogni preparazione era carica spiritualmente e che prendendo quel cibo il mio corpo si stava rifornendo di nutrimento spirituale. Poi ho pensato che ogni chicco, ogni boccone, mi stava dando il potere di migliorare la qualità e la quantità della mia meditazione e del mio servizio. Dopo avere onorato quella festa spirituale, sono andato al tempio, e tu eri lì. Ancora una volta le tue labbra avevano un sorriso, e tu mi hai detto “Ben fatto mio caro, ben fatto!”
Oggi ho fatto pratica del vedere consapevole. Ho riflettuto sul fatto che tutte le cose sono composte di diverse energie del Signore Supremo, ovvero dalla Sua energia superiore, marginale o dalle Sue energie separate. Questo mi ha permesso di sentire la presenza di Krishna costantemente. Poi mi sono ripromesso di riflettere sul fatto che tutto quello che ho osservato veniva da Krishna, e dovrebbe essere offerto nuovamente a Lui.
Gradualmente ho compreso che nella creazione tutto è parte della forma universale del Signore. Così quelle cose che normalmente non trovo interessanti, grottesche o paurose hanno cominciato ad assumere un aspetto molto più significativo.
Delle immagini che generalmente evocavano in me lussuria o paura non mi disturbavano più. Invece di vederle come oggetti per il mio piacere le ho viste come aspetti del Divino.
Con questa nuova visione, ho compreso che tutti i membri affascinanti del sesso opposto sono trasformazioni della bellezza di Krishna, e non mi sono più sentito risentito per la loro luminosità né mi sono sentito attratto da loro in modo non appropriato. In breve ho adottato questa attitudine verso tutto quello che entrava in contatto con i mei sensi. Invece di agitarmi per cercare di godere di un’esperienza, ho visto ogni persona o ambiente che mi affascinava come una manifestazione dello splendore di Krishna. Poi, quando sono tornato al tempio e ho guardato con attenzione al tuo dipinto, Ti ho visto fare un radioso sorriso e mi hai annuito: “Ben fatto mio caro, ben fatto!”
Oggi ho fatto pratica del leggere consapevole. Mentre esaminavo diverse scritture, non leggevo più come se avessi dovuto passare allo scanner una novella oppure delle storie antiche, e nemmeno leggevo come per studiare una mera filosofia o una teologia. Mentre leggevo ogni capitolo vedevo ogni sezione come un occhio magico per vedere il reame spirituale. Poi studiavo il soggetto più da vicino e riflettevo su tutte le fenomenali attività che avvengono nel mondo spirituale.
All’improvviso, prima di riuscire a fermarmi, ho cominciato a singhiozzare incessantemente perché avevo compreso che per quanto riflettevo su questi scritti, non ero ancora qualificato per avere una relazione con quegli esseri così grandi. E nemmeno potevo comprenderli pienamente, comunicare con loro o partecipare ai loro passatempi di accrescere il piacere del Signore Supremo.
Tutto questo mi ha fatto sentire terribilmente sfortunato mentre riflettevo con ironia sul fatto di essermi avvicinato al mondo spirituale, ma di essere ancora così lontano dai suoi abitanti. Piangevo disperato e pensavo: “Perché sono stato portato al tavolo del banchetto ma non mi è stato permesso di mangiare? Come mai mi è stato solo permesso di vedere la vetrina del negozio? Ho pianto, “Qual è il valore di tutte queste pratiche consapevoli se devo continuare la mia esistenza in questo grossolano corpo materiale?”
Andai al tempio e vidi di nuovo il tuo dipinto. Questa volta non sorridevi, ma anche tu piangevi, e questo mi ha fatto piangere ancora di più. Solo ora, con mia delizia incredibile tu sei uscito dal tuo dipinto ti sei avvicinato a me e mi hai abbracciato con gentilezza. Poi con compassione mi hai guardato negli occhi e mi hai detto: “Nei tuoi respirare, camminare, parlare, ascoltare, mangiare e vedere consapevoli, io ero sempre con te.
Quando tornavamo al tempio sorridevo ogni volta sapendo che tu stavi lasciando tutti gli ostacoli che ti legavano al piano materiale. Sorridevo anche perché mi piaceva molto stare in tua compagnia durante quelle meditazioni consapevoli. Vedi, in quei momenti noi ci connettiamo a un livello molto profondo e meraviglioso. Così mio caro non c’è ragione di essere triste. Non scoraggiarti così facilmente. Finché mantieni questo livello di coscienza, io sono con te! Ancora più importante, quando imparerai a praticare il sonno consapevole sarai in grado di connetterti completamente con me, perché sarai in grado di comprendere uno dei più sublimi segreti dell’universo: durante il giorno, mentre il tuo corpo è attivo, tu ti trovi in un sonno profondo. E’ quando il tuo corpo riposa che tu sei più sveglio.
“Al momento, nella vita quotidiana, tu stai quasi completamente dormendo, ma gradualmente ti svegli. Così, mio caro, entra in un sonno profondo e meditativo, perché in quello stato noi saremo in grado di incontrarci e di comunicare come mai abbiamo fatto prima. Ho così tante cose da dirti, così tanto da mostrarti, e ancora di più da condividere e con te. Asciuga le tue lacrime di tristezza. In un futuro prossimo, ci sarà un tempo e delle ragioni per versare un oceano di lacrime. Ma non saranno lacrime di dolore, saranno lacrime di pura ed estatica gioia.”
Con queste parole, tu con un balzo sei tornato nel tuo dipinto, la sola cosa era che adesso il tuo sorriso era più grande grande che mai. Quando mi parlavi e dicevi: “Non dimenticarti del sonno consapevole, perché è con quello stato che verrai risvegliato dal tuo stato di illusione e confusione. Per adesso, vai avanti con la tua attenzione consapevole e sappi che io ti sto aspettando con trepidazione, perché il lavoro che hai fatto è stato ben fatto, ben fatto!”
Ho fissato per diversi momenti il tuo dipinto. Più tardi quella notte ho sentito la tua voce che mi ripeteva con voce sommessa: “In tutte le tue attività cerca sempre di essere cosciente, specialmente cerca il sonno cosciente.”
(Bhakti Tirtha Swami, tratto dal suo libro The Beggar II)