Mentre alcuni di noi potrebbero essere curiosi quando incontriamo qualcosa che non ci è familiare, quella curiosità spesso è in un contesto sicuro: corriamo dei rischi calcolati ma non vogliamo precipitarci incautamente in un incertezza totale. Dei coraggiosi esploratori possono essere spinti dalla curiosità verso le insondabili profondità dell’oceano, le altezze dello spazio o persino le terre mai raggiunte prima dall’umanità. Ma se quegli esploratori sono così temerari da precipitarsi nell’ignoto, potrebbero non vivere abbastanza a lungo per esplorare molto. Così oggi si festeggia Halloween, e adulti e bambini si vestono da mostri, streghe e fantasmi.

Inizialmente non accettiamo delle cose che ci sembrano strane. Solo quando riusciamo a vedere almeno un contesto generale che ci sembra familiare allora possiamo collocare cose o esseri non familiari all’interno della nostra precedente struttura di percezioni. Quando abbiamo un’idea di chi o cosa sono, cosa fanno e soprattutto come possono influenzare il nostro mondo, allora gradualmente quella familiarizzazione ci porta all’accettazione. Così vestirsi da strega o fantasma è innocente e innocuo, almeno così gradualmente ci hanno fatto credere.

Noi mettiamo in discussione la presenza di esseri come i demoni, le streghe, e i fantasmi perché non li vediamo. Naturalmente in alcune occasioni come Halloween, vediamo una crescente varietà di esseri da mondi che ci dicono essere immaginari. In effetti ci sono degli esseri che hanno dei poteri soprannaturali, si trovano nei fumetti o nei film, riempiono i nostri menu di intrattenimento e persino il nostro panorama mentale. Sappiamo, così ci dicono, che questi esseri sono immaginari, quindi possiamo vestirci da cattivi, perché tanto è un gioco innocente che non ci farà alcun male, almeno così ci hanno fatto credere.  Ma anche i personaggi delle scritture sono immaginari?

Prima di ritenere immaginari quegli esseri, possiamo considerare che quello che una volta avremmo potuto liquidare come falso, si è poi rivelato reale. Il nostro studio della materia ha rivelato che essa è molto più complessa di quanto pensassero le menti degli scienziati del passato. Alla fine del diciannovesimo secolo, Lord Kelvin disse che lo studio della fisica era giunto alla fine; le future generazioni di fisici non avrebbero avuto altro da fare che descriverne solo i dettagli.

Ma poi gli sviluppi della fisica atomica, specialmente quella quantistica, hanno aperto un universo insondabile perfino all’interno dell’atomo. Se la scienza, che è concentrata sullo studio della materia, può scoprire che essa è molto più complessa dei nostri preconcetti, allora non potremmo avere un’uguale umiltà nell’area della coscienza? I ricercatori spirituali del passato vedevano dei livelli di realtà diversi da quelli che viviamo ora e potevano incontrare degli esseri diversi da quelli che incontriamo ora. Infatti la Bhagavad-gita spiega che la coscienza deriva essenzialmente da una scintilla spirituale e può apparire attraverso qualsiasi mezzo materiale (Bhagavad-gita 2.24-25). Quindi gli esseri viventi possono avere delle forme radicalmente diverse dalle forme della nostra esperienza, e potrebbero includere delle forme come quelle di demoni, fantasmi e streghe e zombie a cui oggi non crediamo. Chi si vestirebbe da criminale nazista? Sarebbe un gravissimo affronto, in alcuni paesi punito persino con la reclusione, proprio perché quei criminali sono esistiti, ma chi punirebbe un ragazzo o una ragazza che si veste da strega o da demone? Nessuno lo farebbe, perché sta rappresentando qualcosa che non esiste (secondo loro). Ma pensiamo comunque come streghe, demoni e fantasmi, veri o falsi che siano, personificano delle caratteristiche molto basse, e non evocano certamente dei sentimenti e dei comportamenti nobili.

Sorge la domanda: se quegli esseri esistono, perché adesso non sono visibili e prima lo erano? Una ragione è che in passato l’universo era meglio connesso: c’erano molte più relazioni tra i vari tipi di esseri viventi che esistono nei diversi livelli di realtà. Nell’attuale era cosmica conosciuta come Kali-yuga, la nostra connessione con altri livelli di realtà e con gli esseri che normalmente abitano quei livelli è diminuita. Anche se questo ragionamento non dimostra l’esistenza di demoni, streghe e fantasmi, e neppure di Deva e angeli, fornisce alcune ragioni per adottare un’attitudine più umile e cauta quando incontriamo qualcosa che non ci è familiare o viene fatto passare per superstizione.

Se ci concentriamo su quello che le azioni dei demoni trasmettono, non sulla razionalità della loro esistenza, capiremo le conseguenze dei loro difetti.

I demoni spesso condividono i nostri desideri, hanno solamente degli strumenti fisici e delle abilità maggiori per soddisfarli. Quindi un re demoniaco con dieci teste potrebbe sembrarci qualcosa di stravagante e inventato, ma invece di pensare alla stranezza della sua forma e crederla immaginaria, potremo concentrarci sul fatto che i suoi desideri non sono poi così diversi dai nostri. Nel Ramayana, Ravana ha dieci teste, vuole il potere e il piacere sensuale, ha dei poteri straordinari, come la capacità di rigenerare le sue teste o le sue mani quando gli vengono tagliate, e con quei poteri cerca di soddisfare i suoi desideri da creatura ordinaria con straordinaria brutalità.

Spesso vogliamo avere delle capacità maggiori di quelle che abbiamo, ma questo può essere utile se è usato correttamente, e può anche essere dannoso se usato in modo improprio, come è dimostrato da storie come quella di Ravana. Più che espandere le nostre capacità demoniache e pensare che sia divertente vestirsi da zombie, è importante elevare la nostra mentalità luminosa e amorevole. Quella che chiamiamo mentalità ordinaria, che spesso è molto superficiale, non è tanto innocua quando è inerme. Quella mentalità ha una buona dose di difetti. Nonostante la loro presenza, esitiamo ad agire in modo dannoso perché temiamo le conseguenze di quello che vogliamo fare e sappiamo che non possiamo farla franca.

Lo stesso principio si applica al nostro cedere alle tentazioni. La maggior parte di noi esita a cedere alle tentazioni, non tanto perché abbiamo la forza morale di allontanarci dalla tentazione, ma perché abbiamo il buon senso di sapere che non saremo protetti se vi cediamo. Ma se dovessimo acquisire dei poteri straordinari con i quali riusciamo a credere di non essere più ritenuti responsabili di quello che facciamo, allora molti farebbero quello che adesso non possono fare. Così quando Ravana pensava di poter fare qualsiasi cosa, iniziò a aggredire regni, massacrare saggi e catturare delle donne senza problemi. Si vantava persino della sua capacità di fare delle cose proibite che gli altri non potevano fare.

Quindi, se guardiamo ai personaggi dei testi di saggezza al di là delle loro strane forme, troveremo delle mentalità che curiosamente appaiono spaventosamente simili alla nostra. Quando familiarizziamo con quel mondo, in cui demoni e angeli sono una presenza normale, quella familiarizzazione renderà la loro esistenza non solo possibile, ma anche preziosa per imparare delle lezioni vitali per il nostro miglioramento personale. I testi della saggezza, le scritture, hanno servito l’umanità per millenni con delle lezioni etiche inestimabili che si possono trarre dal  comportamento divino o demoniaco e dalle sue conseguenze. Quindi “vestiamoci” anche noi, non da mostri, ma scegliendo gli abiti e i comportamento della luce e del bene.

Sajjanasraya das (ispirato a un articolo di Caitanya Carana das)