Negli ultimi anni la tendenza dei mezzi di comunicazione è quella di dare spazio a filmati e documenti che denunciano la violenza sugli animali, e mostrano a milioni di persone come gli animali vengono utilizzati come cavie dall’industria farmaceutica e da quella delle pelli. Anni fa, ogni sera la RAI trasmetteva una trasmissione di quiz e una sera alla domanda “Nel film L’esorcista, per simulare le urla della giovane protagonista che era posseduta da un fantasma, che tipo di animali hanno utilizzato? Cani, scimmie o maiali?”, è stata interessante la risposta della concorrente: “Mio padre faceva il macellaio e mi diceva sempre che, quando uccideva i maiali, urlavano come dei bambini, quindi la mia risposta è: i maiali.” “Risposta esatta! Ha vinto 35.000 euro!” ma cosa avrà pensato molta gente?
Le cose stanno lentamente cambiando e il massacro inutile di animali tocca sempre di più la coscienza delle persone. Se poi diamo uno sguardo alle ragioni religiose del consumo di carne, vediamo che in realtà non ce ne sono. Cibarsi di animali è solo una concessione temporanea. Alcuni studiosi hanno osservato che quando a Noè fu concesso di mangiare gli animali, l’esatta parola utilizzata nella versione greca del Vecchio Testamento è herpeton, che letteralmente significa ‘rettile’. Quindi, nel caso non vi fosse stato nessun altro cibo disponibile, Dio, o comunque il Dio degli ebrei, accordò il permesso di nutrirsi di crostacei e molluschi, come vongole, gamberi e lumache (in quanto a causa del diluvio non vi era nulla da mangiare).
Anche in Genesi 9:4, viene proibito a Noè di mangiare degli animali con il sangue (ma solo gli animali a sangue freddo) e solo temporaneamente, come concessione. Ma i moderni cristiani non tengono conto di questo fatto, che ha una logica così evidente, e continuano ancora a cibarsi di animali, migliaia di anni dopo il diluvio, e giustificano il fatto dicendo che Dio non ha mai tolto il veto di mangiare gli animali.
Vi è un’altra proibizione contro il consumo di sangue che appare in Levitico 7:26 che molti interpretano come il comandamento di far colare il sangue dall’animale prima di mangiarselo. Ma quello che succede in una macellazione di questo tipo è questo: molto spesso c’è un grande intervallo, tra i 17 secondi e i sei minuti dal momento in cui la gola di un animale viene tagliata e quando perde coscienza. Questo è un tempo molto lungo per un animale che soffre ed è terrorizzato e anche se la gola viene tagliata l’animale continua a soffrire e in alcuni casi ha molta consapevolezza di quello che gli sta succedendo (da un articolo della Società Reale Britannica contro la crudeltà verso gli animali). Quindi non esiste la macellazione ‘umanitaria’ nemmeno quella propagandata oggi, dove gli animali vivono “liberi” prima di essere uccisi.
Troviamo un altro esempio nella Bibbia dove Dio, (o comunque gli autori della Bibbia) come concessione temporanea, permise agli ebrei di mangiare della carne. Dopo la fuga dall’Egitto, Dio diede loro del cibo in forma di manna, un cibo vegetariano miracoloso, completo di tutte le sostanze nutritive. Ma gli ebrei si stancarono della manna, così Dio diede loro da mangiare delle quaglie e, dice la Bibbia che “prima che la carne arrivasse ai loro denti, li colpì una grande pestilenza.” Quindi venne dato loro il permesso di cambiare alimentazione, ma Dio era evidentemente insoddisfatto della loro scelta.”(tratto da Food for the spirit, Cibo per lo Spirito – Il Vegetarianesimo e le Religioni del Mondo di Satyaraj das)
Fino all’avvento di Gesù, nel tempio di Gerusalemme era in uso uccidere migliaia di agnelli, capri e montoni; gli animali che venivano uccisi e poi mangiati erano considerati ‘puri’ perché uccisi con un rito sacrificale. Il tempio di Gerusalemme in pratica era un immenso mattatoio, pieno di morte e sofferenza. Oggi le ricerche archeologiche hanno confermato che attorno al tempio si trovano i resti di migliaia di animali uccisi. Inoltre gli ebrei credevano che uccidendo gli animali in sacrificio, questi, i capri espiatori (infatti da allora il termine si usa per indicare chi paga per delle colpe commesse da altri) avrebbero pagato per i peccati al loro posto.
I moderni cristiani, invece, dicono che Gesù ha sacrificato se stesso sulla croce per liberare il mondo dai peccati, lui è il vero capro espiatorio, l’agnello di Dio morto innocente, come le migliaia di altri animali sacrificati sull’altare del tempio, e quindi grazie alla sua morte non è più necessario uccidere gli animali in sacrificio, perché Gesù con il suo sangue ha già pagato per i nostri peccati, proprio come i capri innocenti ‘pagavano’ per i peccati degli ebrei (rif. Lettera agli ebrei CAP. 9-10).
Naturalmente non c’è nessuno che paga per noi, Dio non trasferisce i nostri peccati sugli altri né fa pagare agli animali le nostre colpe e non fa pagare a Gesù i nostri peccati. Noi ne siamo responsabili. Un fatto interessante è che Srila Prabhupada spiega che Gesù si indignò molto e rimase disgustato quando visitò il tempio proprio perché vide tutte quelle uccisioni di animali.
Nel corso del tempo i sacrifici animali terminarono, sacrifici che almeno contenevano il numero degli animali uccisi, questo perché dopo l’avvento di Gesù, non c’era più bisogno di sacrificare animali. Gesù è dunque il nuovo capro espiatorio e gli animali si possono uccidere senza restrizioni. Poi sono stati costruiti veri e propri mattatoi, che ora nell’era moderna sono dei lager della morte, dove con metodi industriali efficientissimi è pianificata la morte di miliardi di animali indifesi.
Purtroppo, in questo caso sembra proprio che la religione, che dovrebbe aprire l’intelligenza e il cuore delle persone al massimo livello, sia veramente ‘l’oppio dei popoli’, una droga che annebbia l’intelligenza, il buon senso e la compassione.
Sajjana Ashraya das