Sia che noi fossimo devoti alle prime armi oppure devoti elevati, la compagnia dei puri devoti è cruciale per il nostro progresso spirituale. I puri devoti del Signore portano il messaggio di Dio per liberare le anime cadute, e quindi l’uomo comune che è confuso dall’influenza dell’energia esterna del Signore dovrebbe avvalersi della loro compagnia.
(Srimad-Bhagavatam 3.5.4)
La natura scientifica della coscienza di Krishna
Srila Prabhupada spesso definiva il bhakti-yoga come “la scienza della coscienza di Krishna”. Questo non era un suo tentativo di conferire falsamente un attribuito scientifico alla spiritualità che, in occidente, è considerata un’area di conoscenza troppo vaga per giustificare tale termine. Prabhupada era ben consapevole dell’antagonismo e della supponenza che a volte i circoli scientifici hanno per le loro controparti spirituali. Tuttavia, ha utilizzato il termine per indicare le similitudini che la pratica del bhakti-yoga condivide legittimamente con il metodo dell’indagine scientifica.
Si potrebbe dire che Srila Prabhupada presenti nei suoi libri e in tutte le sue lezioni registrate un’ipotesi: Dio esiste, è una persona e il Suo nome è Krishna. Prabhupada fornisce anche un sistema di sperimentazione centrato principalmente sul canto dei Santi Nomi di Krishna che, se seguito diligentemente, consente allo scienziato spirituale di confermare o negare personalmente quell’ipotesi, basandosi su prove osservabili.
Il metodo scientifico è spesso lodato per essere “democratico”, nel senso che chiunque, nessuno escluso, può eseguire un determinato esperimento da sé, con la speranza di ottenere risultati quantificabili simili. Grazie alla misericordia di Sri Caitanya Mahaprabhu, il “più munifico avatara”, e alla misericordia del suo sincero servitore, Srila Prabhupada, la scienza della coscienza di Krishna è a disposizione di tutti, senza discriminazioni.
Inoltre, il successo del metodo scientifico dipende dal presupposto che l’universo sia governato da leggi naturali che possono essere portate alla luce e percepite grazie a un rigoroso processo di sperimentazione. In altre parole, i meccanismi materiali attraverso i quali il nostro mondo opera, sono coerenti, osservabili e quindi in grado di essere compresi, e soprattutto, comunicati agli altri. Mentre c’è chi, nell’ambito scientifico, vuole negare che meccanismi simili operino sul piano spirituale, in effetti se concedono almeno una possibilità alla spiritualità, dovranno ammettere che tutti i meccanismi spirituali effettivamente esistono, e si conformano anche, assolutamente, alla loro coerenza logica. Dopotutto, sia i meccanismi materiali che quelli spirituali sono opera dello stesso Divino Ingegnere. […]
Il bhakta trasmette la corrente della devozione
[…] Tuttavia, non è semplicemente una questione di vicinanza [con i puri devoti], infatti non si tratta di una forma di osmosi (spirituale). Dobbiamo anche considerare se siamo dei conduttori appropriati dell’energia spirituale. Proprio come un filo di rame ha delle proprietà che lo rendono ideale per la conduzione elettrica, ci sono delle caratteristiche nel sadhaka che lo renderanno più idoneo alla trasmissione dell’elettricità spirituale. Gli acharya hanno paragonato la scintilla spirituale della bhakti alla scintilla di un fuoco ardente. In questa analogia, il sadhaka è paragonato a diversi tipi di erbe, secondo come è influenzato dalle modalità della natura materiale. La prevalenza della passione e dell’ignoranza rende una persona apatica e insensibile agli stimoli spirituali; chi è colpito da queste modalità è paragonato a dell’erba bagnata, che non si incendierà. Ma chi è influenzato dalla virtù è come l’erba secca; basta che entri in contatto con la scintilla spirituale della bhakti, e quella scintilla accenderà immediatamente una fiamma.
Quindi il proponimento di tutti i sadhaka che cercano di avere la misericordia del Signore è quello di situarsi nell’influenza della virtù e cercare con trepidazione la compagnia dei puri devoti del Signore, i conduttori della bhakti-shakti. E come l’elettricità o il fuoco, questo metodo funzionerà, allineandosi secondo le leggi naturali, indipendentemente dalla fede che abbiamo, proprio come avviene durante un fenomeno scientifico.
Il fuoco è sempre fuoco, e se qualcuno tocca il fuoco, consapevolmente o inconsapevolmente, il fuoco agirà senza discriminazione.
(Srimad-Bhagavatam 2.9.36, spiegazione)
Acyuta Dasa
(dalla rivista Back To Godhead)