Il detto “La cultura della distrazione” è in circolazione da un po’ di tempo, ma credo di essere stato troppo distratto per accorgermene.
Siamo costantemente bombardati da così tante informazioni che concentrarsi su qualsiasi cosa è estremamente difficile. Gli economisti si chiedono come questo fatto stia influenzando la produttività lavorativa e gli psicologi si domandano cosa stia facendo alle nostre menti.
Controllare la propria mente è lo scopo dello yoga, e la coscienza di Krishna è lo yoga della bhakti, o servizio a Krishna fatto con amore. Come con qualsiasi tipo di yoga, praticare il bhakti-yoga in una situazione nella quale siamo sommersi dalle informazioni può essere difficile. L’era digitale sembra controllarci, e le invenzioni di ieri diventano le necessità di oggi. Quando metto a confronto la mia infanzia con quella dei bambini di oggi, mi chiedo come possano concentrarsi su qualsiasi cosa, perché le loro menti vengono risucchiate molto facilmente da un mondo virtuale che sta diventando sempre più simile alla negatività del mondo reale.
Srila Prabhupada ha sostenuto che la semplicità della vita rurale è ideale per le attività spirituali; ma vediamo che oggi la maggior parte delle persone rifiuta questo tipo di vita. Non ci siamo abituati. (A volte scherzando dico che anche la maggior parte dei devoti oggi preferirebbe vivere a Dwaraka piuttosto che a Vrindavana). Forse siamo così abituati alle distrazioni della vita moderna che ci sentiamo persi senza di loro.
Ma dobbiamo stare attenti al rischio di essere travolti dall’ondata tecnologica. Per essere al sicuro, abbiamo bisogno di tempo per lo yoga e abbiamo bisogno di tempo per fermarci a pensare.
La rivista Back to Godhead ha lo scopo di aiutarci a rallentare e acquisire delle prospettive. Leggere il BTG, i libri di Srila Prabhupada e quelli dei suoi discepoli e seguaci ci rende dei filosofi, delle persone che possono osservare le tendenze dei tempi e non esserne travolti.
Nelle sue preghere al Signore Narsimha che si trovano nello Srimad-Bhagavatam (7.9.28), Prahlada Maharaja loda il suo guru per averlo salvato dalla vita materialistica: “Stavo gradualmente affondando in un pozzo oscuro pieno di serpenti, seguendo la massa della popolazione. Ma il tuo servitore Narada Muni mi ha gentilmente accettato come suo discepolo e mi ha insegnato come raggiungere questa posizione trascendentale [della coscienza di Krishna]. Quindi il mio primo dovere è servirlo. Come potrei lasciare il suo servizio? “
Nel corso della storia, “seguire la massa della popolazione” ha significato allontanarsi da quello che in effetti è il vero beneficio delle persone. La massa della popolazione si muove in direzione di Maya, l’energia di Krishna, e colei che governa il mondo materiale. Srila Prabhupada scrive: “Il mondo materiale è un’energia illusoria per deviare gli esseri viventi dal sentiero dell’autorealizzazione.”
Nel Kali-yuga, l’età attuale, Maya sembra fare del suo meglio per creare delle distrazioni alla velocità della mente. Cosa deve fare uno yogi?
Rupa Gosvami, uno dei principali discepoli di Sri Caitanya Mahaprabhu, ha dato la soluzione: utilizzare quello che produce Maya al servizio di Krishna. Invece di rifiutare completamente la tecnologia o lasciare che ci distolga dalla più tipicamente umana delle imprese, la autorealizzazione, possiamo utilizzarla per connetterci con Krishna, spiritualizzando così sia la tecnologia che le nostre vite.
Prabhupada voleva che i suoi discepoli usassero la tecnologia per diffondere la coscienza di Krishna, e ha detto che, insieme al canto del mantra Hare Krishna e alla lettura di Krishna, il modo ideale per controllare la mente è pensare costantemente a come dare la coscienza di Krishna agli altri. Ora la tecnologia ci permette di poterlo fare assaporando la serenità di una vita semplice mentre guardiamo le mucche al pascolo fuori dalla nostra finestra. Questo è un tipo di distrazione che posso gestire anch’io.
Nagaraja Dasa
(da Back to Godhead)