Alcuni anni fa avevo deciso di deporre la mia TV in una discarica, la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la morte in diretta di Gheddafi; morte fatta vedere a tutti, bambini compresi. Non è stato così facile buttare via la TV, ho dovuto superare alcune barriere burocratiche ma poi l’operazione è riuscita. Della mia liberazione ne ho parlato con una conoscente, ma il suo commento non è stato molto favorevole: “Hai fatto una cosa gravissima.” Ho argomentato che i mass media ci condizionano molto, e lei, persona intelligente e ben inserita nel tessuto sociale, bonariamente ma decisamente mi ha risposto che “Sono io a scegliere i programmi, non loro che scelgono me.”
Giorni fa le telefono. “Come stai?” Il suo tono iniziale di solito è mesto e anche questa volta non faceva eccezione. “Ho dei forti dolori ai piedi… non dormo più, sono appena stata all’ospedale dalla reumatologa e poi anche dalla ‘diabetologa’. I livelli questa volta sono bassi, meno male… poi sono stata dal medico per il vaccino, per la seconda dose.” “Ma, fai il vaccino?” le domando. “Si”, mi risponde, “ne ho parlato al medico, e mi ha detto che certo, ci possono essere degli effetti collaterali, ma meglio quelli che morire.”
La conversazione riprende ancora sulla salute, e con rassegnazione lei mi dice: “Per i dolori ai piedi e alle gambe (che sia stato il v.??), sono stata anche in farmacia, qualcosa mi hanno dato, ma adesso non prendo più nulla perché mi è venuto mal di stomaco.” (Che sia una intossicazione da farmaci? Lo penso ma non lo dico, ormai so che parlarne non serve a nulla)
Poi mi viene in mente la storica frase: “Chi si vaccina vive, chi non si vaccina muore”… e poi, “Sono io a scegliere i programmi, non loro che scelgono me.” Ci fanno credere che siamo forti e sicuri, che sappiamo quello che vogliamo e quello che si deve e non si deve fare. Ci fanno credere che siamo noi a scegliere, e poi ci ritroviamo a rovinarci la vita e a vestirci alla moda, con degli stracci.
Ma noi siamo esenti da queste influenze?
Srila Prabhupada diceva che il nostro difetto è che sottovalutiamo la forza della materia, diceva che il nostro problema è che non abbiamo abbastanza paura di maya.
Srila Prabhupada voleva un movimento spirituale e una cultura spirituale, voleva dei luoghi dove vivere in armonia con l’universo, con gli altri e con Krishna, e voleva che noi fossimo un modello per gli altri.
Ora la domanda è, quanto possiamo prendere dal mondo, quanto possiamo elaborare e da cosa dobbiamo allontanarci?
Possiamo prendere esempio dagli altri, dalle cose buone che fanno, migliorarle e allontanarci da quello che non va bene.
Ma questi sono concetti generali, nei dettagli come applicarli?
Per citare un esempio, nel 4° Canto dello Srimad Bhagavatam Srila Prabhupada spiega:
“Le leggi della natura sono molto sottili. Se per esempio, una persona mangia in un luogo molto peccaminoso, dovrà subire in parte le reazioni risultanti dalle attività peccaminose che vengono compiute in quel luogo.” [S.B 4. 21 24]
Quindi la risposta è che prima di tutto dobbiamo sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato e poi essere sinceri, domandarci e domandare sinceramente come agire.
Siamo favorevoli a tutta la tecnologia? Siamo favorevoli a tutta la medicina? Quanto dobbiamo essere esposti ai social e ai media in generale?
Stiamo dando una valida alternativa alla società che definiamo atea e demoniaca, oppure ne siamo influenzati anche noi?
I mass media possono essere un perfetto strumento di manipolazione. Uno dei primi atti di una rivoluzione politica è il prendere possesso dei mezzi di informazione e dire a tutti che le cose vanno bene. “Va tutto bene, le forze armate controllano il paese, state nelle vostre case, i nemici della libertà sono stati sconfitti, ci aspetta un’era di pace e prosperità.” Non è vero nulla, ma lo ha detto la TV, e deve essere vero.
Siamo influenzati da chi è più potente di noi, come cultura, intelligenza, carisma, bellezza, e forza e siamo influenzati dal pensiero comune.
Pensiamo a quanti luoghi comuni, opinioni, stereotipi sono state inseriti dentro di noi.
Quasi tutti sono assoggettati e convinti dalla forza del potere; e chi ha potere può farci credere quello che vuole.
Si dice: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Se stiamo con persone violente potremmo diventare come loro. Se stiamo con persone disoneste potremmo diventare anche noi disonesti.
Ma sapendo che siamo influenzabili, possiamo trarre vantaggio da questo fatto e farci influenzare in modo positivo.
Se vogliamo imparare qualsiasi cosa frequenteremo una scuola, e più la scuola sarà eccellente più noi assorbiremo e impareremo, e diventeremo quello che vogliamo diventare.
Se vogliamo stare bene staremo con chi sta bene.
Se vogliamo fare bene staremo con chi fa bene.
Se vogliamo essere onesti staremo con chi è onesto.
Se vogliamo essere felici staremo con chi è felice.
Se vogliamo diventare dei devoti del Signore staremo con delle persone che hanno dei sentimenti, che hanno della devozione, che ci ispirano con il loro esempio, che ci danno un modello da seguire. Stando con loro, senza nemmeno accorgercene, diventeremo come loro.
Le energie positive più potenti di questo mondo vengono dalle persone spiritualmente elevate, e da tutti quelli che cercano sinceramente di seguire le loro orme; che si dedicano sinceramente ad essere delle persone che aiutano gli altri ad avvicinarsi a Krishna. Che fanno del buon esempio una parte molto importante della loro vita.
La più grande ricchezza, la più grande saggezza e la felicità stessa vengono dalla buona compagnia. Se esiste della felicità in questo mondo la troveremo stando in compagnia dei devoti del Signore, Krishna.
mac-citta mad-gata-prana
bodhayantah parasparam
kathayantas ca mam nityam
tusyanti ca ramanti ca
“I pensieri dei Miei puri devoti sono sempre in Me, la loro vita è abbandonata a Me ed essi derivano grande soddisfazione e felicità illuminandosi l’un l’altro e parlando di Me.” (BG 10.9)
ya idam paramam guhyam
mad-bhaktesu abhidhasyati
bhaktim mayi param kritva
mam evaisyaty asamsayah
“Per chi insegna questo segreto supremo ai Miei devoti, il servizio di devozione è assicurato e alla fine, senza dubbio, tornerà a Me.” (Bg. 18. 68)
Sajjana Ashraya das