Nel sesto capitolo della Bhagavad-gita, si discute del dhyana-yoga, lo yoga meditativo. I testi 13-14 dicono: “Bisogna tenere il corpo, il collo, la testa diritti e lo sguardo fisso sull’estremità del naso. Così, con una mente quieta e controllata, sommessa, liberi dalla paura e dal desiderio sessuale, si deve meditare su di Me nel cuore e fare di Me lo scopo ultimo della vita.”
La spiegazione di Srila Prabhupada su questi versi inizia così: “Il fine della vita è conoscere Krishna, che vive nel cuore di ogni essere come Paramatma, la forma a quattro braccia di Vishnu.”
La stessa forma di Vishnu o Narayana esiste nel cuore di ogni essere vivente come anima di tutte le anime, ed Egli sta dirigendo il vagabondare di tutti gli esseri viventi attraverso la creazione cosmica. Ci sono due anime: l’anima individuale, la persona che vede il mondo, e l’Anima Suprema, il Signore Supremo che risiede nel cuore di ciascuno di noi.
I sostenitori del fai da te dicono: “Devo entrare in contatto con il mio vero sé.” Stanno pensando sul piano fisico. “Il mio vero sé non è un medico ma è un avvocato, e appena scoprirò di essere un avvocato sarò felice.”
Ma tutto è molto, molto più profondo di così. Il vero sé è aja, “non nato”, e nitya, “eterno”. Il vero sé non muore quando muore il corpo. Il vero sé desidera ardentemente una relazione con la Persona Suprema, ma stiamo cercando nel posto sbagliato. Tutti noi cerchiamo amicizia, amore, sostegno e conoscenza, ma li stiamo cercando nel mondo delle apparenze, e questo è un errore perché il nostro migliore amico è nel nostro stesso cuore.
È difficile vedere il naso, che è proprio di fronte a noi. Allo stesso modo, per noi è difficile vedere l’Anima Suprema, che è dentro di noi. Egli è ishvara, il controllore supremo, e nemmeno un filo d’erba si muove senza la Sua approvazione. Sta controllando tutti gli universi, la forza di gravità e il tempo, ma si rende disponibile. Avete mai lavorato per qualcuno che non ha tempo per voi? Krishna è il controllore di tutto, ma per voi ha tutto il tempo dell’universo. E non solo per voi, ma anche per me. Questa è la bellezza di Krishna. Lui è con tutti noi individualmente.
L’obiettivo dello yoga è aiutarci a entrare in contatto con la persona che risiede nel nostro cuore. In un certo senso, è lo yoga che organizza l’incontro.
A non più di poche centinaia di metri da qui è in corso una lezione di yoga. La maggior parte delle persone pensa che lo yoga sia un mezzo per perdere peso in modo da poter avere una buona vita sessuale o per fondersi con il Brahman e perdere tutta l’individualità, il che equivale al suicidio spirituale. Ma si sbagliano sull’obiettivo e si sbagliano sulla pratica. Bisogna praticare delle posizioni sedute per respirare correttamente, ma non è questo l’obiettivo. Il vero yoga è l’ashtanga-yoga, il metodo in otto fasi. Inizia con yama e niyama, delle regole che richiedono di essere rigorosamente vegetariani e di praticare il celibato.
Il sesso è il più grande piacere materiale e l’amore per Dio è il più grande piacere spirituale. Per alcune persone è scoraggiante apprendere che devono fare una scelta. La vera cosa da capire è che il piacere della vita sessuale ha un grosso svantaggio. Secondo un vecchio proverbio, se prendi l’estremità di un bastone, devi prendere anche l’altra estremità. Se volete il piacere dei sensi, allora dovrete provare il dolore dei sensi: sukha e duhkha, felicità e angoscia.
Alcuni di noi sono passati dalla scuola delle prove dure e hanno ottenuto una piccola realizzazione. Non sono perfetto nella mia comprensione di questo, ma nel profondo del mio cuore so che quando sarò libero da lussuria, rabbia, avidità e invidia, quel tipo di purezza mi porterà una felicità senza paragoni. Lo voglio. E sono pronto ad essere paziente, determinato ed entusiasta per raggiungerla, perché ho visto che in questo mondo, in pratica, c’è solo sofferenza. Puoi dire che qualcosa porta meno sofferenza e quindi è piacevole. Ma voglio un piacere che è sempre più grande. Quel piacere esiste, ma richiede uno sforzo per raggiungerlo. Con il metodo del sankirtana, cantando (il santo nome) prendendo del cibo spirituale, vivendo una vita semplice, stando con altri devoti e praticando sinceramente, potete raggiungere la perfezione del piacere.
Krishna dice: “E di tutti gli yogi, colui che mi adora con un amore trascendentale è il più grande di tutti.” Krishna è la Persona Suprema, il Signore Supremo. Egli è colui che ha enunciato la Bhagavad-gita e ci sta dicendo che di tutti gli yoga — jnana-yoga, dhyana-yoga, ashtanga-yoga, kriya-yoga, questo yoga, quello yoga — lo yoga più elevato, la via per raggiungere Lui, è bhakti-yoga. Dopo jnana, o conoscenza, viene l’amore. Dopo molte, molte vite trascorse ad analizzare il mondo materiale, si realizzerà vasadevah sarvam iti: non c’è nient’altro che Krishna. Lui è l’obiettivo. Amare Krishna, essere amato da Krishna, tornare finalmente a Lui dopo così tanto tempo, riunirci finalmente con la persona che abbiamo sempre desiderato e non separarci mai più da Lui, è bellissimo. E questo può essere ottenuto con il bhakti-yoga.
Il bhakti-yoga è il metodo con il quale arriviamo ad amare Krishna. Nel verso 17 di questo capitolo Krishna dice: “Chi è moderato nel mangiare nel dormire, nel lavoro e nel riposo può, con la pratica dello yoga, alleviare le sofferenze dell’esistenza materiale.” Srila Prabhupada scrive che: “Soddisfare più dello stretto necessario le esigenze del corpo, mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi, può bloccare il progresso nella pratica dello yoga. Per quanto riguarda il mangiare, esso può essere regolato solo quando si ha l’abitudine di prendere e accettare il prasadam, il cibo santificato.” Mangiamo cibo vegetariano, ma non siamo vegetariani. Siamo “krishnatariani”. I conigli sono vegetariani, gli elefanti sono vegetariani. E allora? Krishna dice: “Se tutto quello che puoi è offrir una foglia, un fiore o un frutto, offrilo con amore. E prendi i resti, il prasadam. Quello che voglio è la tua devozione.”
Non solo la cucina vegetariana indiana è deliziosa, ma c’è qualcosa nel prasadam di Krishna che è indescrivibilmente delizioso. Potrei essere distratto da pensieri sessuali, dall’alcool, (difficilmente, ma forse) dal gioco d’azzardo (a volte si può ipotizzare). Ma mangiare carne… no di certo! non ci penso nemmeno. Perché abbiamo letteralmente sviluppato un gusto superiore per il Krishna-prasadam. Regoliamo le nostre attività prendendo il prasadam di Krishna.
Per quanto riguarda il sonno, qualsiasi momento non necessario trascorso a dormire è considerato una grande perdita. Un devoto utilizza ogni momento della giornata per perseguire il suo obiettivo. Qui nessuno di noi ha un contratto che garantisca che abbiamo cento anni da vivere. Potremmo andarcene molto velocemente. Non lo sappiamo. Quindi è importante essere seri nella vita spirituale. Una persona cosciente di Krishna non può sopportare di passare un minuto della vita senza impegnarsi nel servizio al Signore. Quindi il sonno è ridotto al minimo. I Goswami di Vrindavana mangiavano, dormivano e si lavavano; tutto entro mezz’ora o un’ora. Erano molto assorti nella vita spirituale. Potremmo non raggiungere mai quel livello, ma possiamo trovare un livello di servizio che ci può soddisfare ogni giorno dell’anno. Durante il sonno faremo bei sogni su Krishna e sui Suoi devoti, ci alzeremo e inizieremo il nostro servizio e il nostro cuore sarà luminoso.
Poiché la persona cosciente di Krishna è regolata nelle sue attività, nel modo in cui parla, nel sonno, nella veglia e in altre attività corporee, non prova sofferenza. E’ una cosa pratica. Se qualcuno sente dell’ansietà, un amico potrebbe dirgli: “Stai lontano dalla mente; concentrati sul tuo lavoro”. Le persone lo fanno come una sorta di terapia. Qui la Gita consiglia di intraprendere una terapia permanente. Lavora per Krishna. Sarai così assorto che non avrai nemmeno paura della morte. La fermezza deriva dall’essere costantemente impegnati a servire il guru e Krishna. Nel mondo spirituale le gopi competono per servire Krishna. C’è così tanto da fare per Krishna che puoi lasciarti trasportare completamente. L’amore è sia un verbo che un sostantivo. Per provare una perfetta soddisfazione, devi praticare l’amore per Krishna, devi servirlo.
Sridhara Swami
(dal sito “Dandavats.com”)