Facciamo cento chilometri per andare a vedere un amico, ma spesso la mattina trascuriamo di salutare i nostri vicini di casa. Nella metro tutti sono assorti nel leggere un quotidiano o presi da un mp3, e ogni tanto guardano il riflesso di qualcuno nei vetri del treno, ma rapidamente si allontanano prima che i loro occhi si incontrino. Mentre scrivo, una persona seduta a 5 metri da me mi ha appena inviato un messaggio via email. Cosa devo pensare? Immagino non volesse disturbarmi! Anche sorridere o salutare uno sconosciuto per strada oggi verrebbe considerato un comportamento eccentrico.
Il titolo della mia tesi universitaria era: “L’individuo nell’era dell’informazione”. Durante la mia ricerca riguardo le prospettive di diversi sociologi è emerso ripetutamente un tema: “il mondo sta diventando sempre più piccolo, ma le persone stanno diventando sempre più lontane”. Questo ha molto senso. Le tecnologie di comunicazione ci permettono di creare un villaggio globale in cui le persone sono più interconnesse che mai. Eppure abbiamo perso la profondità nelle nostre relazioni. Qual è la quantità e la qualità delle interazioni personali nel nostro mondo moderno?
Le relazioni producono dentro di noi i più grandi sentimenti di felicità e di contentezza. Un esistenza priva di relazioni non è possibile. La Bhagavad-gita spiega che la perfezione della vita sta nella nostra capacità di stabilire autentiche relazioni d’amore, non solo con Dio, ma con tutti gli esseri viventi. I grandi santi erano capaci di attraversare il mondo intero semplicemente per incontrare le persone, armate di un’incredibile capacità di relazionarsi con tutti, indipendentemente dalla casta, dal colore o dal loro credo. Vedevano oltre il corpo e la mente ed erano in grado di connettersi con loro a livello spirituale. Lo sviluppo di queste relazioni può portare il più grande cambiamento nella nostra vita e darci il più grande benessere.
Sutapa das
(dal blog “Blog insight looking at the world from within”)