Viaggi analogici tra microcosmo e macrocosmo
di Nuria Kanzian (Jahnava dasi)
L’opera raccoglie alcuni pensieri, racconti e aforismi sotto forma diaristica attraverso il metodo autobiografico. Ci sono poi delle parti teoriche dello yoga e al termine un glossario e delle appendici utili per la consultazione. Si tratta di circa 74 pagine, ben corredate da schemi e note a piè di pagina, editi dalla Tipografia Triestina ed editori associati.
In Cosmologia vedica si afferma che gli scienziati moderni leggono la volta celeste e l’universo con l’aiuto di sofisticate strumentazioni, mentre nell’antichità i veggenti indiani o Rishi, la comprendevano attraverso la meditazione e i calcoli matematici. Si cita l’opera Srimad Bhagavatam che risale a cinquemila anni fa, come uno dei libri di riferimento perché vi si parla del cosmo e del pianeta terra secondo una visione geocentrica. Si narra che l’universo materiale si trova all’interno di sfere più grandi, rappresentate sotto forma di gusci. I livelli di conoscenza descritti sono diversi, nel quinto canto dello Srimad Bhagavatam si narra di innumerevoli universi, oppure nel terzo canto si dice che “tutti gli universi sono raggruppati insieme e sembrano un’enorme agglomerato di particelle” (SB 3.11.41), inoltre che “ci sono innumerevoli universi oltre al nostro e, benché siano estremamente estesi, si muovono come atomi” (SB 6.16.37). Infine in innumerevoli passi si afferma che il pianeta Terra è solo uno dei tanti pianeti, cosa che ipotizzarono anche Democrito, Epicuro e Giordano Bruno.
Nata nel 1966 a Trieste, Nuria Kanzian ha raccolto le sue idee nei viaggi tra Lubiana, Roma e Istanbul dove ha vissuto, per mostrare lo sviluppo e la crescita personale nel corso del tempo e le trasformazioni ontologiche che hanno ragione di essere nel vissuto autentico e carico di senso individuale.
Ha studiato musica, yoga e scacchi, ha svolto progetti sociali europei nell’ambito del volontariato e insegnato per molti anni filosofia e storia ai licei. I suoi libri sono stati studiati all’Università al corso di Laurea di Scienza della Comunicazione e dopo la loro pubblicazione cartacea sono tutti esauriti. Attualmente collabora con la Gazzetta di Istanbul e Vitamine vaganti.
Sentiamo allora quello che ha da dirci sull’opera e sulle sue prossime attività di pratiche filosofiche:
Qual è il messaggio della tua opera?
E’ un’opera di carattere polisemantico, in cui ho voluto inserire messaggi di pace, di creatività e di speranza in un quadro universale che promuove le cose e le disegna con uno sforzo educativo, culturale e artistico personale per raggiungere un’armonia conoscitiva tra le diverse culture e arti.
Qual è l’origine del cosmo?
Esiste una fonte d’intelligenza, e secondo il padre dell’astrologia vedica, Parashara Muni, occorre conoscere la struttura dell’universo e come è avvenuta la creazione, perché da tale conoscenza si ottiene una benedizione. Ogni cosa (Tutto) ha un suo principio. Se cerchiamo l’origine di qualsiasi cosa, anche la più semplice e la più ordinaria, notiamo che essa risiede sempre in una fonte d’intelligenza.
Quali sono gli strumenti di conoscenza?
Abbiamo due principali mezzi di conoscenza: pramana e phala. Pramana riguarda tutto ciò che i nostri sensi possono percepire, vedere e capire, phala riguarda una dimensione che non si può comprendere, che i nostri sensi non possono percepire. Dai Veda riceviamo informazioni a livello pramana e a livello phala. Adesso noi sulla terra stiamo affrontando una dimensione phala, una dimensione che i nostri sensi non possono percepire in quanto limitati, che però non per questo non esiste.
Potresti fare un esempio?
L’aquila vede 200 volte di più di un essere umano, l’olfatto di un cane è più sviluppato di quello degli uomini. Noi vediamo che il corpo nasce, si mantiene per un periodo e poi sparisce. Questa impressione, che promana dal nostro corpo, ci fa ritenere che tutto ciò che esiste debba nascere, mantenersi e poi sparire e non ci consente di comprendere il concetto di eternità che riguarda lo spirito.
Come avviene il processo di creazione vedico?
In tutto il mondo ci sono diverse scritture e filosofie che spiegano il processo della creazione, come fa la Bibbia. Nei Veda, soprattutto nel Vishnu Purana, viene spiegato molto bene il processo della creazione dell’universo materiale. Parashara Muni dice che l’intera manifestazione universale è l’ottava parte della manifestazione totale del tutto. Quindi in questo mondo materiale c’è una parte percettibile all’occhio umano e una parte che è impercettibile.
C’è un aspetto più tecnico della creazione vedica?
Da Brahma nascono gli universi e diversi semidei, i vari controllori degli elementi materiali. Nella natura materiale devono sussistere tre processi: il processo della creazione, quello del mantenimento e quello della distruzione. Tutto ciò che si trova in questo mondo materiale deve nascere, si deve mantenere per un periodo di tempo e poi deve essere distrutto.
Che cos’è il karma?
I Veda dicono che noi viviamo dentro una sola sfera celeste e quando l’anima riesce a uscirne ottiene la liberazione, perché è dentro di essa che si attivano la legge del karma di azione e reazione e della reincarnazione.
Qual è la differenza tra l’astronomia occidentale e quella vedica?
Nei Veda secondo una prospettiva verticale la Terra è al centro. La Terra, che rientra nella parte visibile, è chiamata Bhurloka. Sempre nella parte visibile, quella che noi come esseri umani possiamo vedere, vi sono altre due dimensioni: Bhuvarloka e Svargaloka. La parte non visibile dei mondi superiori è rappresentata da Maharloka, Janarloka, Taparloka e Satyaloka, dimensioni che l’occhio umano non può percepire. In altre parole, noi che stiamo sulla Terra possiamo percepire solo queste tre dimensioni: Bhurloka, la Terra, Bhuvarloka, il nostro sistema solare, e Svargaloka, le galassie e le stelle. La parte non visibile dei mondi sotterranei è rappresentata da Atala, Vitala, Satala, Rasatala, Talatala, Mahatala e Patala.
Come si valuta il karma di una persona?
Parashara Muni sostiene che per analizzare il karma di una persona si debbano analizzare le posizioni dei pianeti alla nascita, dal Sole fino a Saturno, cioè i pianeti Sole, Luna, Venere, Mercurio, Marte, Giove e Saturno, accanto alle dimensioni Bhurloka, Bhuvarloka e Svargaloka. Nell’astrologia vedica non vengono presi in considerazione Urano, Nettuno e Plutone, che sono pianeti esterni. Inoltre sono importanti anche le posizioni dei nodi lunari, Rahu e Ketu.
Di cosa ti occupi al momento?
Sto preparando dei progetti di educazione consapevole rivolti a studenti, genitori e docenti, con dei webinar di “Arte della Retorica”, public speaking e corsi di scrittura autobiografica e creativa. Collaboro con una rete di scrittori e filosofi che scrive in rete e organizza gruppi di condivisione culturale attiva.
Grazie per la tua disponibilità.