Bhagavan das è stato un importante leader del movimento Hare Krishna in Italia e in Europa, un maestro spirituale iniziatore e un membro del Corpo Governativo (GBC) della ISKCON mondiale fino al 1986, anno in cui ha dovuto dare le dimissioni dopo avere avuto gravi difficoltà spirituali, dovuto all’influenza di Maya, che lo hanno reso non idoneo a svolgere questi servizi. In un modo o nell’altro, corrispondendo con lui, siamo venuti solo ora a conoscenza di questa lettera scritta da lui nell’anno 2000, che desiderava diffondere tra i devoti degli yatra dove svolgeva suo servizio, e che esprime tuttora il suo sentimento. La pubblichiamo qui con il suo permesso.
Suo figlio Dave Ehrlichman (conosciuto con il nome di Vaisnava) scrive questo messaggio in introduzione alla lettera di suo padre pubblicandola nuovamente il 19 novembre 2023:
Bhagavan das ha fatto diversi tentativi per chiedere scusa per la colpa di avere causato dolore ad altri, a cominciare dalla sua lettera di dimissioni dal suo incarico di leadership nella ISKCON quando se ne andò… poi, nel 2000 ha scritto questa lettera e da allora altri messaggi, sia pubblici che privati.
La pubblico di nuovo per coloro che non l’hanno mai vista o l’hanno dimenticata e/o preferiscono continuare ad accusarlo per il dolore e le sofferenza che risalgono a oltre 40 anni fa, senza mai porre veramente attenzione alla sua/nostra versione della storia o alle prove che ha dovuto affrontare.
Spero che questo messaggio di un tempo ci possa ricordare alcuni dei suoi sinceri sforzi per chiedere scusa e aprire uno spazio per la guarigione… Nessuno è privo di difetti. Come ha detto Gesù: “chi è senza peccato scagli la prima pietra.”
Lettera ai devoti – Gaurapurnima 2000
Ai meravigliosi devoti di Radha e Krishna che erano miei discepoli e studenti, ai miei confratelli e consorelle con cui ho servito per realizzare molte cose buone per Dio, per il Guru e per la famiglia internazionale dei bhakta di Krishna, a cui offro i miei omaggi e rispetti.
A Srila Prabhupada, che in tutti i modi ha avuto la più grande, profonda e lunga influenza sulla mia vita,
Offro a Dio, la Personalità Suprema, l’Origine della mia esistenza, questo messaggio e chiedo le vostre benedizioni per essere in grado di curare laddove la guarigione sia necessaria.
Sono trascorsi quattordici Gaura Purnima da quando mi sono allontanato da voi.
Le porte ad ogni livello, fisico, emozionale e dharmico, che una volta si aprivano su spazi di incredibile attività ed energia, improvvisamente si chiusero. Ma insieme all’oblio, Krishna è anche il ricordo e in quello spazio non sono mai stato separato da voi, con reminiscenze della beatitudine che una volta condividevamo o con il riconoscere la sofferenza causata dalla mia inaspettata partenza fatta senza sensibilità e di quei sentimenti di tradimento e di un profondo amore perduto che chiedono ancora di essere sanate.
In definitiva, poiché Dio è Madre e Padre di tutti, rimaniamo per sempre fratelli e sorelle che possono ereditare la Loro grazia divina per sostituire la negatività con l’amicizia e la buona volontà.
A volte ho ispirato e rafforzato molti di voi. Vi ho anche delusi, scioccati, fatti arrabbiare fino al furore, ho scosso la vostra fede, vi ho confuso e ho abusato del vostro amore.
A volte vi ho protetti, guidati e condotti verso molte vittorie.
Vi ho anche lasciati deboli, vulnerabili e sconfitti.
A volte condividevamo il sentimento di una grande famiglia e altre volte questa famiglia infinita ed eterna appariva in effetti come una fantasia o addirittura un mito.
A volte facevamo dei nobili sogni gli uni degli altri, ma per molti giorni e notti vi ho tormentati nel sonno e nella veglia.
A volte, sia prima che dopo la scomparsa di Prabhupada, ho rafforzato e unificato la sua casa e altre volte l’ho divisa.
A volte eravate la mia aria vitale e a volte sentivo il mio prana raggiungere così tante persone che non avevo più forza di respirare.
A volte ho sentito così tanta luce attraversarmi che pensavo di non avere oscurità e a volte ho sentito così tanta oscurità che pensavo di non avere luce.
Il Bhagavat dice che un uomo veramente compassionevole sente la sofferenza degli altri come se fosse sua. Avete sofferto per causa mia e mi è mancata la compassione per ammetterlo. A tutti voi e in particolare ai miei figli, alla loro madre e a tutti coloro che erano sotto la mia responsabilità nei diversi Yatra, esprimo il mio rammarico per il silenzio che ho mantenuto fino ad ora.
In effetti in questi quattordici anni mi sono esiliato da voi. Ho la responsabilità di condividere la mia vita con voi per tutto quello che avete fatto per me e per tutto quello che abbiamo passato insieme. La penna mi è sempre stata vicina, ma mi sono mancate la comprensione, la forza, la volontà, l’onestà, la chiarezza, la sensibilità e l’umiltà per raggiungere l’integrità. I tempi, con l’arrivo di questo nuovo millennio, fanno presagire la fine di questo esilio. Prego che possiamo respirare la fragranza del loto di Dio ed essere in grado di guarire.
Ho ricevuto delle lettere da tanti di voi. In risposta alle vostre domande, dubbi, affetto, critiche, accuse, auguri e desiderio generale di capire cosa è successo, cerco qui di essere reale nel condividere me stesso con voi, pentendomi verso tutti coloro che hanno sofferto a causa mia e aprendomi per liberarci dalla schiavitù di rimanere bloccati dalle circostanze.
Per il tempo terribilmente lungo che ci è voluto per scrivervi,
Per le volte in cui ho interferito con il vostro amore, devozione e servizio a Srila Prabhupada,
Per le volte in cui ho minimizzato la vostra devozione e il vostro servizio,
Per le volte in cui ho interferito con i vostri rapporti personali come marito e moglie o come genitori con i vostri figli,
Per le volte in cui ho confuso la vostra identità,
Per aver disturbato gli straordinari risultati di Prabhupada,
Per le volte in cui vi ho minimizzati, ritenendo i miei sentimenti più importanti dei vostri,
Per le volte in cui non sono riuscito a riconoscere l’importanza dei sentimenti,
Per le volte in cui vi ho minimizzati, ritenendo la mia intelligenza superiore alla vostra,
Per le volte in cui ho giudicato voi o le persone a voi vicine,
Per le volte in cui sono stato sarcastico, irritante o orgoglioso nei vostri confronti,
Per le volte in cui sono stato arrogante nei vostri confronti quando avevate bisogno di gentilezza,
Per il volte in cui vi ho costretti invece di ispirarvi,
Per le volte in cui vi ho chiesto di impegnarvi in attività che non svolgevo io stesso,
Per le volte in cui ero impaziente con voi,
Per le volte in cui non vi ho permesso di riposare,
Per le volte in cui ho vissuto più comodamente di voi,
Per le volte in cui non vi ho prestato tutta la mia attenzione,
Per avervi lasciati con così tante responsabilità nel tenere insieme yatra giganteschi, colmi di cuori feriti, senza voltarmi indietro,
Per aver impresso nella mente dei bambini piccoli dello yatra, compreso i miei, con lo shock della mia partenza,
Per aver anteposto le mie esigenze alle vostre,
Per non aver riconosciuto il modo in cui siete stati tutti i miei insegnanti,
Per le volte in cui vi ho fatto arrendere alla mia volontà contro la vostra,
Per aver organizzato dei matrimoni fatti non per amore e senza piena considerazione,
Per aver creato paura, senso di colpa e incertezza tra donne e uomini,
Per esigere e aspettarmi culto e servizio,
Per avere avuto l’aspettativa che voi mi consideraste senza difetti,
Per avere pensato di essere io stesso senza difetti,
Per aver sottolineato i vostri lati oscuri più della vostra divinità,
Per aver visto solo la divinità in me stesso,
Per non essere stato più consapevoli nel proteggere i bambini dagli abusi,
Per le volte in cui vi ho costretti a sentirvi caduti,
Per le volte in cui vi ho parlato [invece di dialogare],
Per le volte in cui ho sprecato, trascurato o perso opportunità, denaro, strutture e amici,
Per aver pensato che le benedizioni venissero solo da me a voi,
Per aver riso di voi e non con voi,
Per non aver visto quando soffrivate,
Per avere desiderato, preteso e controllato in modi che vi hanno portati a una dipendenza depotenziante da me,
Per farvi occupare spazio nel tempio con seggi riservati [vyasasana],
Per aver inibito il flusso naturale che fa incontrare studenti e precettori,
Per non aver esaminato meglio il mio stato spirituale interiore,
Per le volte in cui vi ho fatti sentire inadeguati o limitati quando avete fatto del vostro meglio,
Tutte queste trasgressioni di umiltà, la ricerca di onore e di posizione le sto ora portando ad un livello di consapevolezza cosciente. Offro questo oceano di difetti nel fuoco purificatore della compassione e del perdono dei devoti dalla mentalità elevata, di Sri Guru e dei nostri Genitori Divini: Sri Radha e Sri Krishna.
Non posso aspettarmi che le presenti risposte alle vostre domande soddisfino tutti. Sto solo condividendo con voi il modo in cui ho elaborato finora le esperienze della mia vita, cercando di essere il più onesto possibile.
Per favore scusate la mia brevità, ho mandato questo messaggio dal mio telefono.
Bhagavan das
Dearest Bhagavan dasa, please accept my humble obeisances, all glories to Srila Prabhupada! I was your initiated disciple since the beginning of the 80ties. I still benefit from your spiritual guidance today, even if I am re-initiated. I want to take this opportunity to thank you sincerely from my heart for the wonderful service you have offered to His Divine Grace Srila Prabhupada and through your efforts for the most precious gift you gave me, Krishna consciousness. Without you, Srila Prabhupada’s movement wouldn’t have spread the way it did here in Italy and most of us wouldn’t have had the chance to come in contact with Krishna so quickly and easily. This words are sincere and there are no politics, nostalgia or other sentimental and material strings attached to them. Of course, many errors were made, but as Sri Krishna states in BG, this is unavoidable. You took the blame but we all had our part in it. I can’t deny I did suffer very much when you left but in time I also understood that things were ripe for a change. I am so sorry you also had to go through great distress and pain. Your life did drastically change and it must have been a huge challenge for you to face and adapt to it. Many devotees may still have a grudge, some of them benefitted immensely from your leaving, others thought that spiritual awakening is a cheap enterprise and expected that others do the hard work for them. But all will pass, Lord Krishna is in charge and we all are here to learn and to elevate ourselves to the position of pure devotional service. I pray Sri Sri Radha Krishna and Srila Prabhupada to give you, spiritually and materially, all the protection, the strength and the help you need to go on living peacefully and get back home, back to Godhead. Thank you again for all you have done and are doing to spread Sri Caitanya’s mission. Hare Krishna!
Per quanto mi riguarda, non ho niente da rimproverati. Anzi posso solo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me.
Con te ho vissuto i giorni più belli della mia vita!
Jaya Bhagavan
I miei rispettosi omaggi
Tutte le glorie a Srila Prabhupada, nostro amato Maestro. Certamente Lui ha insegnato che niente succede senza che il Signore Krsna lo voglia, e niente può mai succedere che Lui non voglia, anche per quanto riguarda una insignificante pulce, Krsna è anche lì, sennò che significato avrebbe “Io pervado ogni cosa”, che Krsna dice ad Arjuna sul campo di battaglia di Kurukshetra? Voglio dire, in pratica, che dovremmo gioire, essere grati, afferrare l’opportunità di sperimentare veramente il rifugio dei Santi Nomi, sviluppare la fiducia che tutto si aggiusterà, ma in realtà non c’è niente da aggiustare, perché niente è stato rotto da nessuno, se non dalla propria fragilità. Il devoto sincero è forte, è impavido, coraggioso, sa che tutto su Krsna riposa come perle su un filo. Tu stesso ci hai dato la forza della fede quando in una classe, a Villa Vrindavana, dicesti che potevamo perdere tutto, anche il Tempio, il Japa mala stesso, e allora, cosa avremmo fatto? Beh! avremmo potuto cantare il nome di Krsna e di Rama con le dita, la cosa importante che Srila Prabhupada ci ha donato, è Nama, tutto il resto serve da contorno. Quindi, vorrei affermare che, siccome il caso non esiste, tutto è a posto e tutto è perfetto così come sta, in caso contrario, Krsna lo avrebbe fatto succedere in un altro modo. Noi non siamo perfetti, ma Srila Prabhupada e Krsna lo sono, quindi finché cantiamo i Santi Nomi e Vi prendiamo rifugio, senza giudicare niente, ma solo osservando come testimoni, va tutto bene, siamo nella Sua grazia. Nel lontano 1983, Tu mi guardasti negli occhi, e io, forse, per la prima volta in vita mia, vidi me stessa, nei Tuoi occhi, ero io che guardavo me stessa come non mi ero mai vista. Tanta acqua è passata sotto i ponti, ma non ci ha trascinati via, anzi, abbiamo imparato a nuotare, e quelli che Tu ora ti vedi come “difetti” di allora, a noi hanno dato sicurezza, fiducia e allegria, mai più abbiamo cantato come quando c’eri Tu. Grazie ancora e ancora, con umile osservanza, riconoscenza e allegria, Luigia, Tua servitrice.
MY DEAR BHAGAVAN DAS JAYA, JAYA AND ALL GLORIES BE ALWAYS TO YOU.
I AM NO ONE TO SAY WHO HAS DONE BAD OR GOOD. WE HAD NICE MOMENTS WITH YOU FROM 1979 TO 1986 FIRST IN ITALY AT MATSYA AVATARA’S HOUSE. ALSO IN FRANCE, IN PARIS AND OF COURSE IN SPAIN. AS YOU WELL SAID, I HAVE ALSO HAD CERTAIN PROBLEMS IN MY DEVOTIONAL LIFE. FOR MY PART, I DON’T THINK THAT I WAS BETRAYED, AND I THINK THAT WHAT’S PAST SHOULD STAY THERE, AS FOR WHAT I UNDERSTAND ON MY PART, BUT I AM ONE, SMALL AND UNIMPORTANT, THAT’S HOW I UNDERSTAND YOUR LETTER, WELL WRITTEN TO MAY US ALL UNDERSTAND ACCORDING TO OUR FEELINGS.
IN TIME YOU HAVE HELPED ME, TAUGHT AND PROTECTED ME, AND ALL IN ALL, WE HAVE SOME NICE MEMORIES.
I DON’T KNOW, BUT FOR MY PART I LOVE YOU AND MAYBE ONE OF THESE TIMES WE CAN SEE AND HUG EACH OTHER. KRSNA ALWAYS MAKES ALL THE ARRANGEMENTS BECAUSE EVERYTHING HE DOES IS ALWAYS GOOD.
YOUR SERVANT OF THE SERVANT AND SERVANT
PARADHARMADASA