Io e Karana ci siamo sposati il 5 gennaio 2002. Da allora ho ricevuto molti preziosi consigli che in varie occasioni mi hanno aiutato nel mio matrimonio. Tre raccomandazioni sono state particolarmente utili e hanno superato le prove del tempo. Vorrei condividerle con voi con alcune delle realizzazioni che ho tratto da loro.
1 – “Perdonatevi sempre”
Poco dopo esserci sposati, io e mia moglie abbiamo fatto visita a mia nonna. All’epoca aveva 82 anni ed era sposata da più di cinquant’anni, mio nonno era morto circa 10 anni prima. Una sera la nostra conversazione l’ha portata a ricordare alcune delle sue esperienze di matrimonio. Ci ha detto che la politica di mio nonno era sempre quella di risolvere un disaccordo prima della fine della giornata, non andare a dormire senza averlo risolto, e che diceva “perdonatevi sempre”. Se andate a dormire dopo una controversia, questa si deposita dentro di voi, i problemi si accumulano e creano un’atmosfera ostile. Perdonatevi sempre, nessuno è perfetto, perdonate per suoi difetti, perdonatevi per i vostri difetti e andate avanti.
Srila Rupa Goswami descrive le 64 qualità di Sri Krishna nel suo Bhakti-rasamrta-sindhu, e la venticinquesima qualità è il “Perdonare”. Srila Prabhupada scrive: “Una persona che può tollerare ogni tipo di offesa dagli altri è pronta a perdonare” (NDD, cap. 21). Il perdono implica la tolleranza, Sri Caitanya Mahaprabhu ci insegna nel terzo verso del Suo Sri Siksastaka che dobbiamo coltivare la tolleranza per recitare il maha-mantra. Coltivare una relazione significativa con il nostro coniuge può darci l’opportunità di sviluppare questa qualità. Siccome siamo sempre in contatto con il nostro coniuge, inevitabilmente ci saranno dei momenti di disaccordo o la nostra relazione non sarà ideale.
Riconoscere le nostre mancanze e come influenzano la nostra capacità di comunicare ci consente di essere responsabili delle risposte che arrivano dagli altri. In altre parole, il modo in cui il nostro coniuge ci tratta spesso riflette il modo in cui noi lo trattiamo. Vedere che le nostre mancanze stanno contribuendo al disaccordo ci aiuta a poter dire la grande parola: “Scusa”, che il nostro falso ego spesso trova così difficile da dire. “Mi dispiace di non averti ascoltato con attenzione”, “Mi dispiace che questa situazione abbia causato così tanto disturbo nella nostra relazione”, “Mi dispiace che tu ti senti così, ho bisogno di aiuto per capire cosa si può fare per migliorare ”, “ Mi dispiace che siamo arrivati a questo punto, cosa possiamo fare per cambiare le cose? ”. Queste sono alcune delle parole importanti che possiamo utilizzare per aiutare a risolvere un problema.
Lo Srimad Bhagavatam 9.15.40 spiega come Krishna è soddisfatto della pratica del perdono:
Il dovere di un brahmana è coltivare la qualità del perdono, che è illuminante come il sole. Dio, la Persona Suprema, Hari, è soddisfatto di coloro che perdonano
Non appena ci rendiamo conto dell’opportunità di praticare il perdono, dovremmo farlo. Krishna dall’interno del nostro cuore ci aiuta a capire se stiamo contribuendo al problema: ci vuole onestà per riconoscere e ascoltare quella verità in quel momento. Dobbiamo tollerare il nostro falso ego, essere coraggiosi e usare la parola “Scusa” in modo significativo. Creando la cultura del perdono nella nostra vita, Krishna sarà contento di noi e scopriremo che la nostra relazione migliorerà.
2 – “Diventate i vostri migliori amici”
Durante il nostro fidanzamento io e mia moglie abbiamo avuto l’opportunità di incontrare il nostro guru-maharaja, che ha sottolineato il fatto che noi dovremmo diventare i nostri migliori amici. I veri amici vogliono il meglio per l’altro e sono lì per sostenersi a vicenda per raggiungere la cosa migliore in assoluto: il servizio devozionale positivo a Krishna. Una relazione spirituale si basa sul comprendere la coscienza di Krishna. Il sapere che siamo anime spirituali, parti integrante di Dio, la Persona Suprema, e che l’obiettivo della vita, krsna-prema (amore per Krishna), è l’essenza di questa comprensione.
Questo è confermato nella Bhagavad-gita dal Signore stesso: “Si può comprendermi così come sono solo attraverso il servizio di devozione.” All’inizio del Suo insegnamento nella Gita, il Signore disse ad Arjuna: “Poiché sei Mio devoto, ti insegnerò questo segreto.” La conoscenza vedica significa in definitiva conoscere il Signore Supremo e comprendere che il metodo per entrare nel Suo regno è il servizio compiuto con devozione. Questo fatto è accettato da tutte le scritture autentiche.
Avere una relazione con il proprio coniuge vedendolo come servitore di Krishna, capire che lo scopo della sua vita è soddisfare Krishna, piuttosto che i bisogni di chi è separato da Dio, è la realizzazione pratica di questa comprensione spirituale essenziale. Mia moglie/mio marito è un eterno servitore di Krishna che cerca di risvegliare la sua perduta relazione con Lui. Questa comprensione filosofica può essere messa in pratica in un matrimonio. Possiamo chiederci, come posso sostenere e incoraggiare lo stato d’animo devozionale e il servizio del mio coniuge? Cosa posso fare per sostenere la sua sadhana e il suo servizio? E’ importante discutere insieme dei bisogni e delle aspirazioni spirituali e sostenersi a vicenda per soddisfarli.
Oltre alle attività devozionali dirette, dentro e fuori casa, è anche importante che le coppie si sostengano a vicenda. Prendersi del tempo per ascoltarsi, condividere delle esperienze e trascorrere del tempo insieme sono tutte componenti importanti per coltivare un’amicizia profonda. E’ probabile che le coppie che sacrificano per altre priorità, siano esse devozionali o meno, il tempo che possono trascorrere insieme nel corso del tempo si allontanino, e questo può portare ogni tipo di problema. Le relazioni richiedono tempo e impegno per essere mantenute, e coltivare una profonda relazione cosciente di Krishna con il proprio coniuge è un servizio devozionale. Investire del tempo nella vostra relazione significa creare e mantenere direttamente della stabilità all’interno della società per la coscienza di Krishna. Portando le cose all’estremo, è probabile che uomini o donne che non sono soddisfatti del loro matrimonio cerchino di soddisfare i loro bisogni al di fuori del matrimonio, causando molto disagio e infelicità nella nostra società. Il mantenimento, l’espansione e il progresso del movimento per la coscienza di Krishna dipende in gran parte dalle famiglie, che costituiscono il più vasto settore sociale del nostro movimento. Per chi è sposato sacrificare la qualità della propria relazione con il proprio coniuge in nome del servizio devozionale è follia.
3 – “Sii gentile”
Due brevi parole che contengono molto significato: “Sii gentile”. Durante una mia visita a Mayapur, nel 2013, ho avuto la fortuna di soggiornare nella stessa pensione con Sua Grazia Kripamoya Prabhu, discepolo di Prabhupada. Durante una breve conversazione, mi ha detto che far funzionare il grihastha ashram si riduce fondamentalmente al fatto di essere gentili.
In tutti gli sastra troviamo delle istruzioni sul come coltivare la gentilezza verso gli altri esseri viventi e Srila Prabhupada citava spesso una frase dal 6 capitolo del Vilāpa-kusumāñjali di Srila Raghunatha das Goswami che descrive le caratteristiche di un devoto.
Para-duḥkha-duḥkhī, kṛpāmbudhir yaḥ. Il vaisnava è molto gentile, e misericordioso, perché ha dei sentimenti per gli altri …
(Conferenza sulla Bhagavad gita verso, 2.15 – Hyderabad, 21 novembre 1972)
Nel descrivere le qualità di un devoto (sadhu) lo Srimad Bhagavatam, 3.25.21 dice:
I sintomi di un sādhu sono che è tollerante, misericordioso e amichevole con tutti gli esseri viventi. Non ha nemici, è pacifico, si attiene alle scritture e tutte le sue caratteristiche sono sublimi.
Le qualità sopra descritte danno ai praticanti un ideale a cui aspirare. Krishna offre l’opportunità di coltivare le nostre relazioni con i membri della nostra famiglia per sviluppare queste qualità. È probabile che il nostro coniuge sia il devoto con cui passiamo più tempo, e quindi la persona che conosce i nostri punti di forza e di debolezza più di chiunque altro. Sostenersi a vicenda nella vita spirituale significa aiutarsi reciprocamente, e dare guida e incoraggiamento quando è necessario. Per fare questo ci vuole tolleranza, dovremo sacrificare il nostro tempo, le nostre energie e i nostri desideri per esserci per il nostro coniuge e per i nostri figli. Dobbiamo tollerare la nostra natura inferiore, che spesso ci spinge nella direzione di cercare di essere il controllore e il fruitore, e avere lo scopo superiore di agire per soddisfare i devoti di Krishna, cominciando dai devoti con i quali viviamo.
Se pensiamo erroneamente che lo scopo della vita del nostro coniuge sia la nostra soddisfazione, saremo certamente frustrati. Dalla frustrazione nasce la rabbia. Dobbiamo rinunciare a questa mentalità sbagliata e coltivare la consapevolezza che ogni essere vivente è parte integrante di Krishna, e pensare di essere il servitore del nostro coniuge piuttosto che essere il suo padrone. Qualcuno potrebbe pensare che questa mentalità di servizio sia destinata esclusivamente a dei devoti avanzati e che mia moglie sia una persona all’inizio della vita spirituale e dunque non degna di essere servita. Questo tipo di mentalità non piace molto a Krishna che ama tutti. Sostenersi a vicenda implica soddisfare i bisogni sia spirituali che materiali in modo che siano favorevoli al servizio di Krishna. Facilitare i bisogni materiali dei devoti in modo favorevole al loro progresso nella vita spirituale è un aspetto essenziale e importante del servizio nel grihastha-ashram.
L’apertura mentale (nata dal saper vedere ogni cosa in relazione a Krishna) e una visione a lungo termine (tenendo presente l’obiettivo del puro servizio devozionale) devono essere coltivate continuamente, per mantenere viva una relazione in coscienza di Krishna. Questo avviene con l’assidua compagnia dei i devoti e la lettura dei libri di Srila Prabhupada.
Dharma-setu das
(dal sito web Dandavats.com)