Gopal Giri aveva coltivato a lungo il desiderio di adorare una divinità di Gopal. Durante i festival del Ratha-yātrā a Puri andava dai devoti e dai sadhu provenienti da Vrindavana e chiedeva loro di portargli una divinità di Gopal. E tutti gli dicevano: “Sì, sì, la prossima volta porteremo per te una divinità di Gopal.” Ma nessuno la portò mai.
In quel tempo, a Vrindavana c’era un devoto sannyasi che adorava una divinità di Gopal. Una notte Gopal gli apparve in sogno. Gour Govinda Swami racconta la storia:
“Gopal Giri prestava servizio a Puri come cassiere del governo. Pensava sempre nella sua mente: ‘Se riuscissi ad avere una divinità di Gopal, gli offrirò la mia adorazione.’ Ma poi pensò: ‘Come potrò andare a Vrindavana?’ Aveva un forte desiderio di avere una divinità. A quel tempo la divinità di Gopal era a Vrindavana con un sannyasi vaiṣṇava, un devoto rinunciato che compiva il madhukari, chiedeva l’elemosina, e teneva la divinità nella sua jhola, [un panno legato come una borsa]. Durante il giorno usciva per il madhukari, poi la sera cucinava tutto quello che aveva chiesto e lo offriva a Gopal. Viveva in questo modo. Una notte Gopal disse a quel vaiṣṇava: ‘Portami da Gopal Giri, il figlio di Gadai Giri, lui vuole offrirmi adorazione, voglio andare là. Portami la.’ Ma quel vaiṣṇava pensava che fosse solo un sogno e non lo prese sul serio. Dopo alcuni giorni Gopal gli tornò di nuovo in sogno e con un bastone lo percosse sulle gambe. Le percosse furono così forti che le sue gambe sanguinavano. Il sannyasi vaiṣṇava si svegliò e gli chiese scusa: ‘Per favore perdonami per la mia offesa. Non ho preso sul serio il tuo ordine, ma mi hai picchiato così duramente, ora come posso andare con queste ferite alle gambe?’ Gopal disse: ‘Quando Gopal Giri ti toccherà sarai guarito, altrimenti non potrai essere curato in altro modo, vai subito, non tardare.’ Così iniziò a camminare. A quel tempo non c’era nessun mezzo di trasporto, nessun treno o autobus, l’unico modo era camminare. Gli ci vollero due mesi e mezzo per raggiungere Puri. A quel tempo, Gopal Giri stava in una casa in affitto a Kundhei Benta Sahi, a Puri. Il vaiṣṇava raggiunse Puri la sera e si fermò vicino al tempio di Jagannath. La mattina dopo chiese: ‘Chi è Gopal Giri? Voglio incontrarlo.’ Molte persone conoscevano Gopal Giri. Era famoso come il cassiere del tempio di Jagannath. Così trovò rapidamente Gopal Giri nella sua casa. Gopal Giri aveva appena finito di fare il bagno e si stava mettendo il tilak. Il vaiṣṇava arrivò e gli offrì i suoi omaggi. Poi prese la divinità dalla sua borsa e la presentò a Gopal Giri. Gopal Giri rimase stupito: ‘Cosa succede? Chi sei e da dove viene questa divinità?’ Il vaiṣṇava rispose: ‘Volevi adorare Gopal. Così Gopal è venuto da Vrindavana. Ero a Vrindavana e ho portato Gopal. Mi ha detto di venire da te e mi ha picchiato.’ Poi mostrò a Gopal Giri le sue gambe e gli disse: ‘Se mi tocchi, verrò guarito, altrimenti non guarirò.’ Allora Gopal Giri immediatamente lo toccò e tutto scomparve. Gopal Giri era molto felice che Gopal avesse esaudito il suo desiderio. Non poteva andare a Vrindavana, ma Gopal era venuto da lui. Gopal Giri andò al mercato e acquistò del riso, del dhal e delle verdure. Preparò il prasada e ne diede un po’ al vaiṣṇava. Poi andò dal re e diede le dimissioni, dicendo: ‘Non voglio più fare questo servizio.’ Quando tornò nella sua stanza aprì la sua borsa e disse a quel vaiṣṇava: ‘Puoi prendere tutto il denaro che vuoi.’ Il vaiṣṇava disse: ‘No, non voglio del denaro. Voglio solo fare servizio per Gopal. Ovunque vada Gopal, io andrò lì. Voglio andare a servirlo. Non sono qui per vendere Gopal. Sono un servitore. Non accetterò del denaro.’ Più tardi, Gopal Giri andò di nuovo a trovare il re e il re gli chiese: ‘Perché ti sei dimesso?’ ‘Ho un tempio nel mio villaggio e avevo il desiderio di adorare una divinità di Gopal.’ Il re fu molto contento e gli disse: ‘Va bene, il tuo desiderio è molto nobile. Non ho obiezioni. Ma alcune volte devi venire a Puri a cantare il kīrtana nel tempio di Jagannath.’
Anche Gopal Giri aveva anche una divinità di Radha e la installò. Il loro tempio era una capanna. Poi Gopal Giri prese tutte le disposizioni per ospitare Gopal e acquistò una proprietà ad uso agricolo in modo che in futuro non ci fossero difficoltà per il mantenimento di Gopal. Gopal Giri era una persona benestante, la sua famiglia aveva della terra ed erano famosi per il kīrtana. Ogni giorno vi erano dei kirtana.
‘Finalmente mi è arrivata quella terra, ora costruiremo un bel tempio per Gopal.’ Il re diede a Gopal Giri qualche mese in più di stipendio e gli permise di andare. Gopal Giri inviò un messaggio a Gadei Giri affinché un gruppo di kīrtana venisse a Puri per accompagnare Gopal nella sua nuova dimora. Quando il re Gajapati udì il kirtana degli abitanti del villaggio Gadei Giri ne fu molto contento. È scritto nel mādaḷā-pāñji, il libro di storia cronologica del tempio del Signore Jagannath, che ogni volta che il gruppo di kirtana di Gadei Giri arrivava doveva essere consentito loro di eseguire il kirtana nel tempio.
Gopal Giri installò la divinità di Gopal a Gadei Giri e richiese al sannyasi di Vrindavana di compiere l’adorazione quotidiana di Gopal. Dopo aver servito Gopal per vent’anni, quel devoto lasciò questo mondo e fu messo in un samādhi, la sepoltura rituale, proprio vicino al tempio di Gopal. Poi Gopal Giri ingaggiò altri sannyasi vaiṣṇava nell’adorazione quotidiana di Gopal. Dopo che Gopal Giri se ne andò da questo mondo all’età di 85 anni, la responsabilità del servizio di Gopal passò al suo figlio, Dinabandhu Giri.
Madhavananda Das
(Dal libro, Gopal Jiu, l’amata divinità di Srila Gour Govinda Swami. Pag. 6-11. Pubblicazioni Gopal Jiu)