Ogni essere vivente, per natura, ha il desiderio di amare. In realtà, nessuno può vivere senza amore; questa tendenza si riscontra anche negli animali, seppure allo stato latente.
Ma come dirigere il nostro amore in modo che tutti possano trovare la felicità?
La società moderna insegna l’amore per la patria, per la famiglia, per sé stessi, ma non ci illumina affatto sull’arte di usare questa tendenza ad amare per fare la felicità di tutti gli esseri. Il ‘Nettare della Devozione’, invece, ci rivela quest’arte: si tratta di risvegliare il nostro amore per Krishna e ritrovare così la felicità eterna inerente alla nostra natura.
Il bambino ama prima i suoi genitori, poi divide quest’amore con i fratelli e le sorelle, e in seguito lo estende a tutta la sua famiglia, al suo Paese e infine al mondo intero. Ma anche a questo livello è impossibile trovare la soddisfazione completa.
Il nostro bisogno di amare può essere appagato solo a contatto col supremo oggetto d’amore: Krishna.
Quest’amore per Krishna, espresso attraverso i cinque differenti rasa, è l’essenza del ‘Nettare della Devozione’. Quest’opera c’insegna come amare tutti gli esseri viventi semplicemente amando Krishna. Il nostro potere di amare si propaga come un’onda luminosa o sonora, di cui noi stessi ignoriamo la portata. Se l’uomo fallisce in tutti i suoi tentativi di trovare pace e armonia, anche all’interno di una vasta organizzazione come le Nazioni Unite, è perché ignora il metodo giusto. Il metodo è molto semplice, ma merita una seria considerazione; si tratta di amare Krishna. Il ‘Nettare della Devozione’ c’insegna come amare Krishna, Dio, la Persona Suprema.
Se impariamo ad amare Krishna, diventa facile amare simultaneamente tutti gli altri esseri.
Quando s’innaffiano le radici di un albero o si nutre lo stomaco, il principio è lo stesso. E’ scientificamente provato e risaputo che quando mangiamo, l’energia trasformata dallo stomaco è ridistribuita in tutte le parti del corpo. Allo stesso modo quando innaffiamo le radici di un albero, l’energia così creata si diffonde in tutti i rami dell’albero, anche di quello più grosso; innaffiare a una a una ogni foglia e ogni ramoscello sarebbe fatica sprecata, così come sarebbe inutile cercare di nutrire separatamente ogni parte del corpo. Il ‘Nettare della Devozione’ ci insegnerà dunque a fare scoccare quella scintilla che illuminerà immediatamente ogni cosa, ovunque. Ogni altro metodo è destinato all’insuccesso.
Senza dubbio la società attuale può ampiamente soddisfare tutti i bisogni materiali dell’uomo, ma poiché manca “l’essenziale”, non può procurargli la felicità e la pace.
Le comodità materiali non sono sufficienti a rendere felice l’uomo.
L’America ne è un esempio evidente: la nazione più ricca del mondo, col tenore di vita più elevato, sta creando una generazione confusa e frustrata. Per questo motivo invito tutti coloro che la vita materiale rende insoddisfatti a imparare l’arte del servizio di devozione, così come è insegnata dal ‘Nettare della Devozione’, e sono sicuro che il fuoco dell’esistenza condizionata che brucia nel loro cuore si spegnerà subito. La nostra frustrazione deriva dal fatto che nonostante siano stati fatti passi da gigante sulla strada del progresso materiale, il nostro desiderio di amare resta inappagato; per porvi rimedio il ‘Nettare della Devozione’ ci dà indicazioni pratiche sul modo di soddisfare tutti i nostri desideri, sia materiali che spirituali, in questa vita e nell’altra, attraverso il servizio d’amore a Sri Krishna. Tuttavia non dobbiamo credere che quest’opera condanni in qualche modo il progresso materiale; essa vuole piuttosto istruire gli uomini ad amare il Signore Supremo per aggiungere questo amore alla loro vita.
Non c’è niente di male a godere di una certa agiatezza, se allo steso tempo s’impara l’arte di amare Krishna.
Sebbene oggi ci vengano offerte molte occasioni per usare la nostra tendenza ad amare, nessuna di esse è in relazione con Krishna, l’unico vero oggetto d’amore. Stiamo innaffiando tutte le parti dell’albero, eccetto le radici; stiamo cercando con ogni mezzo di mantenere in salute il corpo, ma trascuriamo di nutrire lo stomaco.
Ignorare Krishna vuol dire ignorare sé stessi.
Infatti, la realizzazione del sé spirituale e di Krishna vanno di pari passo. Per poter distinguere il proprio corpo alla luce del giorno è necessario anche poter vedere il sole, senza il quale è impossibile vedere sé stessi.
Allo stesso modo, non è possibile realizzare la propria identità spirituale senza prima realizzare Krishna.
(dall’introduzione al ‘Nettare della devozione’ di A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada, BBT Italia 1982)