Natale [è passato e Pasqua] sta arrivando e le oche [e gli agnelli] ingrassano. Ma quest’anno potrebbe non esserci nessuno ad ucciderle. Mentre le famiglie britanniche stanno iniziando ad organizzare i loro pranzi natalizi con tacchino e maiale, l’industria della carne è in crisi.
Un rapporto della rivista di settore Farmers Weekly ha rivelato che la carenza di personale nei macelli sta creando problemi alle vendite durante il periodo natalizio. Nei principali macelli mancano circa 10.000 addetti, il che significa che i supermercati “avranno grossi problemi” per soddisfare i clienti. Ovviamente parte di questa carenza è dovuta certamente alla Brexit; tuttavia il rapporto spiega che per la maggior parte dei potenziali lavoratori del settore, il problema non è la bassa retribuzione, ma semplicemente è che “Le persone non vogliono più fare questo tipo di lavoro”.
Ho visto quello che succede nei macelli: ho visto un video filmato di nascosto che mostra animali che vengono imprigionati, picchiati, presi a calci e a pugni. Ho visto degli operai spegnere le sigarette sul volto dei maiali e spaccare la testa delle pecore contro un muro. Gli animali a volte non vengono narcotizzati in modo adeguato, quindi sono ancora coscienti quando gli operai gli tagliano il collo. Dopo aver assistito a questi video, sarebbe facile pensare che per quanto riguardo l’industria della carne, questi operai sono i più grandi criminali. Potreste pensare che io, che sono vegano, sarei il primo a pensarlo. Ma questo modo di pensare ci fa dimenticare che questi stessi lavoratori sono vittime dell’industria della carne e ignora anche le ovvie verità sulla domanda e l’offerta del mercato.
Il lavoro nei mattatoi è collegato a una varietà di patologie, tra cui lo stress post-traumatico e lo stress traumatico indotto da perpetrazione. È stato anche messo in relazione a molti episodi di violenza domestica e anche all’abuso di alcol e droghe. Un operaio che uccide i maiali ha detto che la cosa peggiore del suo lavoro è il suo costo emotivo. “I maialini che devono essere uccisi mi si avvicinano e mi fanno le coccole proprio come dei cuccioli. Due minuti dopo devo ucciderli con una spranga.” Un operaio che lavora in un impianto per la macellazione di polli ha riferito che uno dei suoi colleghi “E’ stato ricoverato in un ospedale psichiatrico perché continuava ad avere degli incubi e vedeva i polli che lo inseguivano.”
C’è anche un costo fisico. All’inizio di quest’anno, il ministero della salute britannico ha dichiarato che l’industria della carne è nella “fascia più alta” per quanto riguarda la percentuale di infortuni sul lavoro. Il suo studio ha rilevato che nel corso di sei anni 800 lavoratori di macelli del Regno Unito hanno subito gravi ferite, 78 di loro hanno subito delle amputazioni e quattro sono morti durante il loro lavoro.
I migranti UE costituiscono il 69% della forza lavoro britannica nel settore di produzione di carne, e i sindacati sospettano che questo significa che molti di loro sanno ben poco dei loro diritti o di come rivendicarli. Uno studio della Gangmasters and Labour Abuse Authority [ente che monitora gli abusi in ambito lavorativo – NdT] ha scoperto che nel Regno Unito delle associazioni a delinquere sono implicate nella tratta di cittadini stranieri per fornire lavoro per il racket del massacro. Un’operaio di un impianto di macellazione di polli ha rivelato che la maggior parte dei suoi colleghi sono analfabeti.
I dipendenti di questo settore che frutta svariati miliardi di sterline sono spesso retribuiti con un salario minimo. Gli animali indifesi spesso vengono massacrati da alcuni tra gli esseri umani più indifesi della società. Alla maggior parte delle persone non piace pensare quali sono le conseguenze dell’acquisto della carne sugli animali e sull’ambiente. Solo pochi sono consapevoli della difficile situazione dei macellai. Ma le leggi di mercato sono chiare: ogni volta che mettiamo della carne nel nostro carrello, stiamo finanziando ogni anno un massacro globale di 70 miliardi di animali da allevamento, la distruzione dell’ambiente e sì, anche lo sfruttamento di lavoratori indifesi.
(Da un articolo di Chas Newkey-Burden pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian)