Le parole penetranti e senza compromessi di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati sono tese al vero bene degli esseri viventi, che nel mondo della disinformazione globale sono presi nella rete della superficialità e della mediocrità della vita materiale.
Il Sadhu aiuta le anime cadute a riguadagnare il loro stato naturale libero dal peccato offrendo loro un servizio ininterrotto che consiste nel fargli ascoltare un suono trascendentale (sotto forma di parole pronunciate dalle sue labbra) e nel distribuire del maha prasada (nella forma del cibo che egli offre al Signore). Il suono pronunciato dal sadhu e il maha prasada non appartengono a questo mondo. Non sono della stessa natura dei suoni e del cibo ordinario che sono solo dei mezzi per gratificare i nostri appetiti sensuali. Il nome di Dio e il maha prasada non possono essere goduti, o in altre parole, non possono essere usati per la gratificazione dei sensi, poiché sono spirituali.
Coloro che godono del kirtan, o di qualsiasi discorso spirituale, oppure mangiano il maha prasada per calmare l’appetito o per la gratificazione del palato sono colpevoli di atti sacrileghi che servono solamente a prolungare lo stato peccaminoso e l’ignoranza. È la più grande calamità e può causare la caduta dell’anima che si trova in un corpo umano.
Il kirtan di Hari è la funzione naturale e costante dell’anima spirituale quando è libera da tutte le affinità con questo mondo mutevole. Poiché la Verità Assoluta è identica ad Hari, Hari deve essere servito in modo esclusivo e costante, mediante tutte le facoltà dell’anima.
L’unica funzione della voce è cantare il kirtan di Hari, che è identico e inseparabile dal servizio ad Hari compiuto simultaneamente con tutti gli altri sensi. Chi non impiega la sua voce in modo costante ed esclusivo nel kirtan di Hari, non ha accesso al servizio di Hari mediante qualsiasi altra facoltà. Il kirtan di Hari deve quindi essere recitato sentendosi più umili di un filo d’erba.
Non ci può essere alcuna traccia di vanità mondana e non si dovrebbero desiderare dei vantaggi materiali, l’unico obiettivo dovrebbe essere la soddisfazione del Signore Hari.
La Verità Assoluta è un essere vivente, non un principio astratto. Costui ha il potere di comunicare il Suo comando esprimendo la Sua approvazione o disapprovazione per le nostre attività.
Nessuno che non sia completamente sottomesso a Lui può comprendere il Suo messaggio. La Verità Assoluta non è limitata o parziale, e neppure può essere divisa. Non è dipendente da alcuna condizione tranne che da sé stessa. É immutabile. Ascoltare o parlare di essa è sempre e necessariamente benefico, essendo la funzione naturale dell’anima.
Qualsiasi altra visione della sua natura porrà resistenza a questa perfetta umiltà, il risultato dell’assoluta sottomissione che è la condizione indispensabile per la sua realizzazione.
Il cantore del kirtan di Hari è necessariamente un nemico senza compromessi della mondanità e dell’ipocrisia. La funzione costante del cantore del kirtan di Hari è quella di dissipare tutte le concezioni erronee mediante la diffusione della verità in un modo completamente privo di ambiguità, senza essere influenzato dal luogo, dal tempo o dalle persone.
Questo tipo di predica deve essere adottato in modo che non ci siano fraintendimenti. Il suo sacro dovere è quello di opporsi a qualsiasi persona che cerca di danneggiare sé stessa e gli altri rappresentando male la verità a causa della malizia o di una genuina comprensione errata. Questo sarà possibile se il cantore del kirtan è preparato a subire l’oppressione di persone sconsiderate, se qualsiasi inconveniente lo motiverà a fare del bene ai suoi persecutori mediante l’esposizione della verità in un modo completamente privo di ambiguità.
Se non possiede la volontà di cantare il kirtan in tutte le circostanze, per una troppa considerazione di sé stesso o per scomodità personale, è inadatto ad essere un predicatore della Verità Assoluta. L’umiltà implica la perfetta sottomissione alla verità e nessuna affinità con la falsità. Una persona che mantiene della parzialità verso ciò che non è verità, è inadatta a cantare il kirtan di Hari. Qualsiasi adesione per ciò che non è verità, è opposta al principio dell’umiltà, che nasce da un’assoluta sottomissione alla verità.
Coloro che servono sempre la verità con tutte le loro facoltà e non hanno bramosie e desideri per le trivialità di questo mondo, sono sempre liberi dalla malizia nata dalla competitività mondana, e sono quindi qualificati per ammonire chi è attivamente impegnato nel danneggiare sé stesso e gli altri, opponendosi o rappresentando male la verità. In tal modo questi ultimi ottengono una ricompensa dalla loro politica, nella forma di perpetuazione dello stato di sofferenza e d’ignoranza.
Il metodo impiegato dal servitore di un buon maestro per prevenire queste cattive rappresentazioni della verità è parte integrante della stessa. Non potrà essere sempre piacevole per la suscettibilità malata delle menti illuse, e addirittura può essere da loro denunciato come un atto malizioso con cui essi hanno molta familiarità, ma le parole di verità che provengono dalle labbra di un umile e leale servitore di Hari possiedono un tale potere benefico che tutti gli sforzi per sopprimerli od ostruirli servono solo a confermare nelle menti imparziali la necessità della completa sottomissione alla Verità Assoluta come l’unica cura dal contagio della mondanità. L’umiltà impiegata in un servizio alla verità privo di ambiguità è necessariamente e qualitativamente diversa dal suo prototipo snaturato che viene adottato dalle persone astute di questo mondo per raggiungere i loro scopi materialistici. Chi professa la pseudo umiltà ha giustamente paura della predica dei servitori di Hari (il cui dovere è quello di esporre l’enorme danno che molte forme di cosiddetta spiritualità possono generare), quando esso è colto nel servire la falsità.
Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura