Tra spiritualisti e ricercatori ci si chiede sempre: “come hai iniziato questo percorso?”, la risposta può essere di poche parole o può diventare spunto per un romanzo avvincente.
Ringrazio le persone che mi hanno permesso di ripercorrere questi momenti emozionanti dell’inizio di questo meraviglioso percorso.
Sono stata così fortunata da nascere in una famiglia di persone alla ricerca. Dall’età di un anno ho iniziato a viaggiare il mondo con i miei genitori, avendo la possibilità di fare delle esperienze veramente uniche. Spesso mi sono sentita come se, dalla mia nascita all’età di 16 anni, fosse già trascorsa una vita intera.
Fin dalla mia più giovane età ho avuto una naturale propensione verso la religione e la preghiera, mi sono fatta insegnare le preghiere cristiane dai miei nonni e i mantra vaisnava da mio padre, e con dedizione recitavo entrambi, tutte le sere, prima di andare a dormire.
Ho avuto l’opportunità di andare in una scuola pubblica e apprendere da un sistema educativo classico stringendo amicizie che tuttora coltivo nella mia vita.
Ho conosciuto fisicamente i devoti di Krishna all’età di 9/10 anni ed è stata un’esperienza inizialmente entusiasmante. Viaggiamo nei vari templi d’Italia conoscendo tantissime persone sotto la guida di Radhanath Swami. Fu lì che conobbi dei bambini che cambiarono per sempre la mia visione dell’amicizia. Nonostante passavamo così poco tempo insieme, un legame fortissimo mi univa a loro, continuavamo a mandarci lettere e regali durante tutto il corso dell’anno seguente, prima di rincontrarci di nuovo. Mi piaceva stare con i devoti e recitare i Maha Mantra sul japamala, la corona vaisnava, anche se ogni volta mi chiedevo che cosa si dovesse davvero pensare durante la meditazione.
Alla fine di questo periodo ho iniziato a frequentare le scuole superiori, la nostra vita famigliare ha subito delle importanti trasformazioni e io mi sono completamente disinteressata al percorso spirituale e ho fatto tutta una serie di esperienza che mi hanno portato ad essere oggi la persona che sono.
La mia vita è cambiata di nuovo il 4 settembre 2011 quando un incidente stradale ha portato via la mia più cara amica. E’ come se mi fossi sentita ad un bivio, uno svincolo, chiedendomi se accogliere, per sempre, un mondo fatto di tragedia o decidere di dare una grande svolta positiva alla mia vita.
Sono stati mesi duri, di tanta sofferenza e insoddisfazione, di grandi pazzie e prove fino a quando mi è capitata tra le mani la lettura del libro ‘Ritorno a casa’ di Radhanath Swami, proprio quel maestro che da bambina seguivo, e che mi aveva permesso di conoscere quei ragazzini che portavo stretti nel cuore. Più leggevo e più provavo una profonda empatia con questa persona che, percepivo, nonostante fosse dall’altra parte del mondo e neppure conosceva la mia storia, così vicina ai miei sentimenti. Finalmente qualcuno mi poteva capire, questo mi rassicurò moltissimo e improvvisamente non mi sono sentita più sola ma, al contrario, pervasa da una nuova forza.
Sono partita per un volontariato in Kenya con la chiesa cristiana, per fare un’intensa esperienza ma anche per approfondire il loro metodo religioso, che non mi ha soddisfatto; così ho iniziato a leggere i libri del Bhudda; erano molto belli ma, per me, mancava qualcosa, fino a quando ho deciso di prendere un treno e tornare in quel luogo che mi faceva sentire circondata di persone speciali.
Sono arrivata a Venezia e ho partecipato al più bel harinam (canti di mantra e balli per le strade) della mia vita; ritornando a casa non potevo smettere di piangere, questa misericordia immensa ha iniziato a fluire come una riva in piena e mi sono ricongiunta al canto del Maha Mantra di nuovo.
La stessa estate ho partecipato a Sravanam Kirtanam, un festival di 24 ore di kirtan dove si cantava il Maha Mantra in modo ininterrotto, a Villa Vrindavana, un luogo spirituale a cui sono molto legata, e, di nuovo, non potevo smettere di piangere.
Lo stesso settembre di quell’anno sono stata selezionata per uno scambio universitario in Inghilterra, non potevo credere che, proprio ora che avevo trovato La strada da approfondire, fossi stata invitata ad un’esperienza che era famosa per il divertimento senza limiti, lontano dalle famiglie.
Accettai comunque, e si rivelò una delle esperienze più trasformative fino ad oggi. Appena arrivata all’università, trovai un banchetto di giovani vaisnava che mi invitarono a far parte della Krishna Consciousness Society.
Non ci potevo credere, questo Krishna non mi aveva abbandonato.
Durante i miei sei mesi in Inghilterra ho conosciuto colleghi universitari interessanti, che sapevano svagarsi in modo sano e divertente. Non ho mai smesso di frequentare il piccolo tempietto della città, al quale sono tutt’ora molto legata. E’ nato in me un sincero e spontaneo desiderio di approfondire, servire e amare Dio e i suoi amici.
Ho realizzato come Krishna, Dio, ci propone tutte le esperienze di cui abbiamo bisogno per conoscerLo e riconoscerLo.
Tornata dall’Inghilterra il percorso spirituale si è fatto sempre più entusiasmante, interessante e profondo. La mia voglia di conoscere Krishna mi ha portato, dopo la laurea, a viaggiare in India da sola e a capire, proprio li, vicino alle rive di madre Ganga, che avrei voluto impegnarmi per sempre nel servizio devozionale con qualsiasi mezzo disponibile.
Krishna mi ha permesso di sposare un uomo sincero, che apprezza e seriamente ricerca la spiritualità più profonda e che, per misericordia Divina, ha conosciuto Krishna nel suo cuore, cambiando così l’intera impronta della nostra relazione.
A oggi vivo vicino al tempio di Villa Vrindavana, nel quale attivamente mi impegno da 3 anni insegnando yoga e organizzando eventi e festival.
Non so dove e come sarà il mio futuro ma combatterò intensamente per non perdere mai questo immenso dono ricevuto, la coscienza di Krishna e il servizio di devozione.
Bhaktin Giorgia