Crediti fotografici: lifemirror.net

Abbiamo bisogno di persone fidate che possano guardare alle cose obiettivamente.

A volte non possiamo vedere noi stessi chiaramente finché non ci vediamo attraverso gli occhi degli altri. – Ellen DeGeneres

 

Quando vogliamo sapere che aspetto abbiamo, prendiamo uno specchio. Allo stesso modo, quando vogliamo capire meglio noi stessi, abbiamo bisogno di uno specchio appropriato. Uno di questi specchi è chi ci conosce bene.

Certamente, non è che chiunque ci conosca bene può fungere da specchio in modo efficace, devono essere delle persone intelligenti e benevole. Cioè, devono essere abbastanza perspicaci per vedere le nostre potenzialità e i nostri punti deboli, e devono essere disposti favorevolmente verso di noi e volerci aiutarci. Dobbiamo selezionare attentamente queste persone dalla nostra cerchia sociale, oppure potrebbe essere utile espandere la nostra cerchia sociale fino a quando non troviamo queste persone. Poi, una volta identificati questi amici intelligenti e benevoli, dobbiamo curare e nutrire la nostra relazione con loro.

Abbiamo bisogno degli altri per capire noi stessi? Non possiamo capire noi stessi attraverso l’introspezione?

Sì, possiamo, osservando noi stessi, specialmente in situazioni che favoriscono emozioni positive e in situazioni che suscitano in noi emozioni di disagio, possiamo capire meglio i nostri punti di forza e i nostri limiti.

Tuttavia, quando la nostra mente è attaccata a qualcosa, e agitata a causa di un’opportunità o alla paura di perderla, non possiamo calmarla con i nostri sforzi. La mente confusa trasforma il nostro mondo interiore in una palude turbolenta attraverso la quale non riusciamo a vedere. Nel mezzo di quelle tenebre interiori, l’introspezione diventa non solo difficile, ma anche pericolosa. La nostra mente distorce la nostra visione, invece di essere il mezzo per ottenere una visione obiettiva. Più pensiamo al nostro problema, qualsiasi esso sia, più la nostra mente ci fuorvia verso percezioni errate ed erronee.

Difatti, la Bhagavad-gita (06.05) ci avverte, in modo pertinente, che la nostra mente può agire come nostra nemica.

Nelle situazioni di attaccamento e agitazione, abbiamo bisogno di persone fidate che possano guardare alle cose oggettivamente. Per questioni in cui noi siamo troppo emotivamente colpiti e altri non lo sono, essi ci possono dare una prospettiva equilibrata e salutare che noi non riusciamo vedere con l’introspezione. Questo è uno dei ruoli fondamentali svolti dagli amici spirituali.

Quando sono capaci di comprendere la nostra mente e possono aiutarci a capirla, agiscono come degli specchi fedeli di noi stessi e possono essere dei mentori inestimabili.

Anche secondo la psicologia moderna, i partner responsabili sono particolarmente importanti nel favorire l’autoconsapevolezza e facilitare l’auto-miglioramento, specialmente per i tossicodipendenti le cui menti spesso sabotano l’introspezione con la razionalizzazione.

Inoltre, altri possono anche fungere da cassa di risonanza, in cui testiamo le nostre idee e riceviamo dei feedback. Apprezzando meglio i punti di forza così come i limiti delle nostre idee, possiamo elaborarli in modo appropriato, rifiutarli, perfezionarli o svilupparli.

Negli ambienti spirituali, l’introspezione e la compagnia sono entrambe considerate importanti per favorire la crescita. La Bhagavad-gita (17.16) raccomanda il silenzio come austerità della parola.

Allo stesso tempo, sottolinea che i devoti si illuminano gioiosamente l’un l’altro attraverso le discussioni spirituali (10.09).

I nostri amici spirituali sono specchi che ci aiutano a vedere sia il meglio che il peggio che c’è dentro di noi. Ci aiutano a capire la nostra spiritualità essenziale, la nostra divinità dormiente, come parte eterne della Divinità Suprema e la nostra capacità di liberare quel potenziale. E ci aiutano a vedere i condizionamenti e le contaminazioni che teniamo nascosti così in profondità nel nostro armadio interiore, condizionamenti che cerchiamo di negare non solo al mondo, ma anche a noi stessi.

Aprendoci ad una comunicazione reciproca a cuore aperto con i nostri amici spirituali, possiamo elaborare meglio le opportunità che provengono dalla nostra parte superiore e le paure provenienti dalla nostra parte inferiore.

Vedendoci attraverso i loro occhi, ci sentiremo ispirati a eliminare il peggio e a far uscire il meglio di noi stessi.

Chaitanya Charan Das

(thespriritualscientist.com)