Abbiamo fatto il voto di non praticare del sesso illecito. Ma che cosa significa? Il corpo governativo della ISKCON (GBC) cita Prabhupāda: “Dire no al sesso illecito significa specificamente che l’unione sessuale è riservata alla procreazione, una volta al mese e dopo aver recitato 50 giri, in un momento in cui è probabile che la donna possa avere un bambino.”

Ma cosa succede se dopo aver preso questo voto vi rendete conto che è più difficile da seguire di quanto immaginavate? Esiste un livello inferiore che non sia illecito?

Molti grihastha che vogliono praticare rigorosamente questo principio, purtroppo non riescono sempre a farcela. Allora come fare, individualmente e come istituzione, per affrontare questa realtà e proseguire nella nostra coscienza di Krishna?

Alcuni guru sostengono che niente sesso illecito significa chiaramente unione sessuale solo per la procreazione, e qualsiasi altra sessualità, anche nel matrimonio, è illecita. Altri invece dicono che il sesso all’interno del matrimonio che non sia finalizzato alla procreazione non è l’ideale, ma in senso stretto non è illecito, perché Prabhupāda a ​​volte diceva che niente sesso illecito significa “che deve essere fatto nel matrimonio.”

Ma quello che viene detto pubblicamente e quello che viene detto a porte chiuse non è sempre lo stesso. Se dei discepoli stanno facendo fatica a seguire in modo perfetto, un guru li redarguirà e li umilierà minacciandoli di subire delle conseguenze per quello che stanno facendo?

Alcuni lo potrebbero fare, altri no. Altri direbbero che l’obiettivo è rispettare la definizione data da Prabhupāda, ma se non lo si può sempre fare, quindi si deve cercare di regolare la propria vita sessuale. Prabhupāda ha mai detto in modo esplicito qualcosa del genere? No. Sapeva che i suoi discepoli avevano delle difficoltà con questo principio? Sì. Quello che ci ha ripetutamente detto è che bisogna essere puri e dotati di autocontrollo per diventare coscienti di Krishna. L’ideale è fare sesso solo per la procreazione. Quindi questo è il nostro obiettivo. Ma comprensibilmente, non è sempre facile mantenere il celibato al di fuori della procreazione e non tutti riescono a seguire questa istruzione, soprattutto in giovane età. Ma non si dovrebbe mai usare questo come una scusa per rinunciare a provarci. Insieme alla recitazione dei 16 giri, dobbiamo seguire rigorosamente tutti i principi regolatori se vogliamo ritornare a Dio in questa vita. Srila Prabhupāda ci ha chiesto di non farlo tornare per salvarci, e praticamente ci ha supplicato continuamente di terminare quello che dobbiamo fare in questa vita. Più e più volte ci ha detto: “Se recitate 16 giri e seguite rigorosamente i quattro principi regolatori, vi riporterò a Dio.” Personalmente ho sempre sentito che non valeva la pena di rinunciare al mio biglietto per Vaikuntha solo per un momentaneo piacere sessuale. Tuttavia, a volte questo è più facile a dirsi che a farsi.

Problemi con il 4° principio

Nello scrivere questo articolo, non è sicuramente mia intenzione far sentire qualcuno in colpa perché è un essere umano. Prabhupada sapeva che avremmo avuto delle difficoltà a controllare i sensi. Dopotutto, anche grandi saggi hanno faticato per controllare il desiderio sessuale.

Prabhupāda non si risentiva, non ci condannava o ci rifiutava quando non eravamo all’altezza. Allo stesso tempo, ci ha dato delle istruzioni che potrebbero renderci per così dire, “super umani”. Aveva fiducia che più noi applichiamo sinceramente e seriamente la coscienza di Krishna, più facilmente potremo seguirne i principi. È un fatto che anche i devoti sinceri a volte faticano con il controllo sessuale. Eppure, poiché sono sinceri, un giorno vinceranno la battaglia: “Chi fa il bene non è mai sopraffatto dal male.”

Quindi, se avete problemi con quello che chiamo “Il 4° Principio”, non siete soli. La buona notizia è che generalmente quelle coppie che si sforzano di seguire il 4° Principio da giovani, si ritrovano in modo graduale e naturale a diventare più puri dal punto di vista sessuale più avanti nella vita. Possiamo affrontare il desiderio sessuale in modo intelligente e in modo che gradualmente, ci diventi meno importante.

Essere regolati è la chiave dell’autocontrollo. Ovviamente, usare contraccettivi come compromesso o unirsi in momenti particolari per evitare di avere una gravidanza non è l’ideale. Ma a lungo termine, è spesso un’opzione migliore per aiutarci a diventare più controllati sessualmente piuttosto che una repressione artificiale con tutte le sue possibili conseguenze negative.

Il desiderio sessuale è il centro del piacere materiale e noi cerchiamo di fare tutto per il piacere di Krishna. Quindi più ci controlliamo, più avanziamo in coscienza di Krishna. Più siamo seri con le nostre pratiche spirituali, il che significa che più recitiamo bene il santo nome, più leggiamo, se abbiamo un buon saṅga, e più ci impegniamo nel servizio, più i nostri desideri sessuali diminuiranno. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno di essere realistici riguardo dove ci troviamo, in modo da non tentare una rinuncia artificiale.

Come ho affrontato il 4° principio

Personalmente, ho accettato il principio del divieto di sesso illecito perché non ho mai voluto vedere mia moglie come un oggetto per la mia gratificazione, ma come bhoga per il piacere di Krishna.  E nemmeno volevo imitare Krishna. I suoi passatempi con le gopi ci dicono che è Lui che può davvero godere del sesso nel senso più elevato e spirituale. Voglio capire l’amore di Rādhā e Krishna, ed è chiaro che non posso capirlo profondamente se voglio imitarlo. Il controllo sessuale ha un grande costo, ma ne vale sicuramente la pena.

Ho avuto esperienze sessuali prima di far parte dell’ISKCON e ho esaurito un bel po’ di quel desiderio. Questo mi ha permesso di vedere che il sesso non era tutto quello che sembrava. Tuttavia, mi sono sposato per la prima volta a 22 anni, e controllare il desiderio non è stato sempre facile. Ma ho accettato il principio del controllo sessuale perché mi ha aiutato a diventare meno egoista e mi ha dato forza spirituale ed entusiasmo. Come altri giovani grhastha, vorrei aver seguito più perfettamente. Ma ho continuato a provare e ad evitare di fustigarmi per il fatto di essere un giovane normale. Ho apprezzato il principio del controllo sessuale e ci credo, ecco perché Krishna mi ha aiutato nei miei sforzi per diventare sessualmente regolato.

Inoltre, ricordo che come brahmacārī la vita era così estatica e coinvolgente che il sesso non era un problema (prima dei telefoni cellulari!). Inoltre, cantavamo il santo nome dalle 7 alle 10 ore al giorno. Il sintomo del progresso è che perdiamo il gusto per i piaceri materiali. Mr. Lussuria, come lo chiamava Prabhupāda, disturba difficilmente chi è felice in coscienza di Krishna.

Quindi sei un fallito se regoli il sesso nel matrimonio, oltre una volta al mese e solo per la procreazione? Ebbene, visto come sta andando al momento il Kali-yuga, questo ti collocherebbe nella classifica più alta tra le persone che sono auto-controllate. E’ un bel risultato, soprattutto per i giovani con gli ormoni in fiamme e una cultura piena di saṁskāra sessuali. Io non userei questo come una scusa per non seguire questo principio, ma solo come incoraggiamento, che se si riesce a regolare il sesso nel matrimonio, anche questo è un bel risultato per il Kali-yuga. Ricordiamo anche che lottare per controllare i sensi è piuttosto normale, ma la coscienza di Krishna può farti diventare super normale!

Quello che Prabhupāda ha detto riguardo al sesso illecito

Quando Śrīla Prabhupāda fu interrogato personalmente sul sesso nel matrimonio, in un certo senso fu intransigente, ma ad un altro livello comprensivo. Una volta a Māyāpur, Bhavānanda andò a trovarlo e si lamentò con lui: “Śrīla Prabhupāda, i gṛhastha fanno sesso più di una volta al giorno.” Prabhupada lo ignorò. Passarono i minuti e ancora Bhavānanda parlò, ma questa volta Prabhupāda lo interruppe con una risposta tagliente: “Perché pensi che io abbia detto loro di sposarsi?”

In una conferenza sullo Śrīmad-Bhāgavatam (1.5.9-11), tenuta il 6 giugno 1969 a Nuova Vṛndāvana, Śrīla Prabhupāda ha spiegato il processo graduale della coscienza di Krishna e le restrizioni:

“Quando Vyasadeva raccomanda di avere una vita sessuale attraverso il matrimonio, questo significa restrizione. Non puoi avere una vita sessuale senza restrizioni. Hai una moglie o un marito, e anche questo è limitato: puoi avere una vita sessuale solo per generare dei figli.

L’intera idea è una restrizione. Non che “perché ho una moglie, è una macchina per la vita sessuale”. No, no. Matrimonio non significa questo. È una restrizione. L’intera civiltà vedica mira a portare gli uomini alla realtà della piattaforma trascendentale limitando a zero tutte le sue abitudini insensate. Ma non all’improvviso. Gradualmente, secondo le caratteristiche di ognuno.”

A questo proposito, Uttamaśloka dāsa ricorda un episodio con Śrīla Prabhupāda.

Una volta c’era un devoto che venne a Māyāpur e mentre era lì andò da una prostituta locale, la notizia si diffuse tra la comunità dei devoti e poi lo dissero a Prabhupada.

Prabhupāda chiamò il devoto e gli chiese: “Perché hai fatto questo?” Lui rispose “Non sono riuscito a controllarmi. Ero troppo tormentato dalla lussuria”. E Prabhupāda disse: “Ma tu sei sposato! Perché sei dovuto andare da una prostituta!?”  “Prabhupāda, mia moglie vuole seguire il principio di non avere sesso illecito, quindi ha rifiutato e io non volevo costringerla. Quindi Prabhupāda disse che in realtà si tratta di una violazione all’interno del matrimonio, ed è estremamente minore rispetto a quella che è al di fuori del matrimonio. Śrīla Prabhupāda è stato molto chiaro su questo punto.

Śrīla Prabhupāda-līlāmṛta, volume uno, capitolo 21, (New York City, 1965-1966):

Parlare male del piacere sessuale non era certo una mossa strategica per chi voleva creare dei seguaci tra gli hippy della Lower East Side. Ma Prabhupāda non prese mai in considerazione l’idea di cambiare il suo messaggio.

Infatti, quando Umāpati aveva detto che agli americani non piaceva sentire che il sesso serviva solo per concepire dei bambini, Prabhupāda aveva risposto: “Non posso cambiare la filosofia per compiacere gli americani.

“E il sesso?” chiese una sera l’avvocato dell’ISKCON, Steve Goldsmith, parlando dal retro dell’affollato tempio.

“Il sesso dovrebbe avvenire solo con la propria moglie”, disse Prabhupāda, “e anche questo è limitato. Il sesso è per procreare figli coscienti di Krishna. Il mio maestro spirituale diceva che per generare dei figli in coscienza di Krishna era pronto a fare sesso centinaia di volte. Naturalmente, questo è molto difficile in questa epoca. Quindi rimase un brahmacāri.”

“Ma il sesso è un’energia molto forte”, disse in tono di sfida il signor Goldsmith. “Quello che un uomo prova per una donna è innegabile.”

“Infatti in ogni cultura esiste l’istituzione del matrimonio”, rispose Prabhupāda. “Puoi sposarti e vivere pacificamente con una donna, ma la moglie non dovrebbe essere usata come una macchina per la gratificazione dei sensi. Il sesso dovrebbe essere limitato a una volta al mese e solo per la riproduzione dei figli”. Hayagrīva, che era seduto proprio alla sinistra di Swamiji, all’improvviso parlò.

“Solo una volta al mese?” E con una punta di umorismo aggiunse ad alta voce: “Meglio dimenticarsi del tutto di questa cosa!”

“Si! Tutto lì! Bravissimo ragazzo.” Swamiji rise e altri si unirono a lui. “È meglio non pensarci. La cosa migliore è cantare Hare Kṛṣṇa.” E alzò le mani come se stesse cantando sulle perline. “In questo modo eviteremo così tanti problemi. Il sesso è come una sensazione di prurito, tutto qui. E siccome quando ci grattiamo, la situazione peggiora, dovremmo tollerare il prurito e chiedere a Krishna di aiutarci. Non è facile. Il sesso è il piacere più grande nel mondo materiale, ed è anche la schiavitù più grande.”

Mahatma das (mahatmadas.com)