Che significato hanno le parole che pronunciamo? Quando capiamo bene il loro senso potremo utilizzarle nel migliore dei modi, per dare profondità e spessore a quello che vogliamo comunicare agli altri. Ci sono parole che evocano dei sentimenti nobili come accoglienza, gratitudine, rispetto e amore. Più le utilizziamo bene e cerchiamo di viverle, più potremo trasmettere i sentimenti che esse evocano. La vita spirituale è fatta proprio di consapevolezza e di sentimenti, e noi vogliamo coltivare e far crescere quelli più nobili.

Ispirazione

La parola ispirare deriva dal latino “inspirare”, che significa “infondere”. “In” significa “dentro” e “spirare” “respirare” o respirare dentro. Respirare è vivere, e la medicina ayurvedica ci insegna che il prana, la forza vitale, si esprime principalmente con il respiro. Ispirare è un termine spirituale in quanto è Dio che infonde la vita, dà ispirazione ed entusiasmo agli esseri umani per fare bene le cose e vivere veramente, ispira gli esseri umani ad avere dei pensieri nobili e a compiere delle azioni lodevoli, a fare bene e a fare il bene.

Questo termine è stato poi ampliato nel suo significato originale e significa anche influenzare positivamente gli altri con il nostro buon esempio e guidare una persona grazie a un’influenza superiore.

Essere ispirati vuol dire che Dio o i suoi rappresentanti ci danno la forza di pensare e di agire nel bene, con amore. La metafora è molto potente: dentro di noi c’è una forza divina che ci dà l’entusiasmo per agire bene.

Intelligenza

La parola “intelligenza” deriva da due parole latine: inter e legere. Inter significa “tra” e legere significa “scegliere”. Quindi la persona intelligente è chi, tra le tante possibilità, sa scegliere quella migliore.

Nei testi vedici l’intelligenza è definita buddhi, che si esplica nella capacità di saper scegliere bene. In senso spirituale vuol dire saper scegliere tutte quelle informazioni che ci aiutano nel nostro viaggio spirituale.

Chi è intelligente sa che l’umiltà è meglio dell’arroganza, il bene è meglio del male, l’amore è meglio dell’odio, la gentilezza è meglio della crudeltà, la verità è meglio della falsità, la pazienza è meglio dell’intolleranza.

Nella Bhagavad Gita, Krishna, il Supremo Maestro, ci dice:

“A coloro che sempre mi servono con amore e devozione dò l’intelligenza con la quale potranno venire a Me. [Bg. 10.10]                     

Gratitudine

Dal latino gratitudo, derivato da gratus, “grato”, “riconoscente”. La gratitudine è un sentimento d’animo composto dal rispetto e specialmente dall’affetto nei confronti di chi ci ha fatto del bene, e si esprime con il desiderio di fare qualcosa per quella persona e di poter ricambiare il suo bene.

La gratitudine è un sentimento intenso di apprezzamento, più della riconoscenza, e a volte si può esprimere anche solo con una parola detta con il cuore: “grazie!”

La gratitudine è un sentimento dinamico, Srila Prabhupada nel libro Il Nettare dell’Istruzione ci parla dei sei scambi di amore tra devoti, essi sono: fare regali ai devoti, ricevere dei regali dai devoti, rivelare loro i nostri pensieri in confidenza, fare domande confidenziali, accettare prasada e offrire prasada.

“La vita della società cosciente di Krishna è nutrita da queste sei forme di scambi affettuosi tra i suoi componenti; bisogna quindi dare a tutti l’opportunità di frequentare i devoti della ISKCON, perché sarà sufficiente accettare queste sei forme di scambio, per poter risvegliare completamente la coscienza di Krishna latente in ogni essere.”

(Srila Prabhupada, spiegazione al quarto verso de Il Nettare dell’Istruzione)

(prima parte)

Sajjanasraya das