L’immensa misericordia di Sri Nityananda.
Se riflettiamo sulla nostra vita, potremo convenire che l’aiuto e il supporto degli altri ci hanno sempre portato dei cambiamenti positivi, che altrimenti non sarebbero mai stati possibili se avessimo continuato a combattere da soli.
Con l’aiuto degli altri, le possibilità, cominciando dalla nostra nascita in questo corpo, improvvisamente ci si presentano. Delle porte aperte, degli incontri inaspettati, dell’ispirazione… E tutto grazie alle iniziative di altri.
Ma che dire dell’aiuto e del sostegno nella nostra vita spirituale?
Nella nostra vita spirituale, il più delle volte i fatti importanti sono avvenuti specialmente per intervento e grazia divina. Questa misericordia immeritata e incondizionata accade nonostante ogni altra considerazione, e non si tratta di quella grazia speciale che viene elargita solo a chi la merita o a chi ha qualche tipo di qualifica.
Immagino che questa misericordia e questi interventi divini e incondizionati siano come un grande cerchio che si estende dall’alto e poi scende anche nei punti più bassi.
Questa espansione incondizionata della Krishna shakti (misericordia) è compiuta dal Signore Nityananda. Lui ha fatto scendere in questo mondo la corda della misericordia, quindi teniamola stretta! È l’aiuto e il sostegno di cui abbiamo bisogno nella nostra vita spirituale.
Visitando Ekachakra, il luogo di nascita di Nityananda, ho sentito una storia sulla sua misericordia incondizionata che va oltre le leggi:
Nella battaglia di Kurukshetra, quando Bhishma attaccò Arjuna, Krishna infranse la sua promessa di non prendere parte alla battaglia. Già gravemente ferito, Arjuna non avrebbe potuto resistere all’implacabile raffica di frecce dirette contro di lui dall’argenteo arco di Bhishma. Questo fu troppo da tollerare per Krishna, così egli decise di rompere il suo voto. Prese la ruota di un carro da guerra come arma e, sollevandola sopra la sua testa, attaccò Bhishma come un coraggioso leone.
Vedendo il suo Signore venire verso di lui, Bhishma abbassò il suo arco e iniziò a glorificare Krishna, il protettore dei suoi devoti, che è pronto a infrangere tutte le promesse e ogni altra considerazione per coloro che si rivolgono a lui.
Quando Krishna udì le preghiere accorate e piene di lacrime di Bhishma, si calmò e gettò via la ruota. Poi volò via dal campo di battaglia e atterrò in un minuscolo villaggio del Bengala, che in seguito divenne noto come Ekachakra (eka – uno, chakra – ruota), in questo modo affermò chiaramente che Krishna si prende sempre personalmente cura dei suoi devoti.
Questa è una delle storie di quel villaggio, ma il punto importante è che il Signore è pronto ad estendere la sua misericordia a coloro che si avvicinano a lui, e lascia tutte le altre considerazioni tranne una, che è “Devo salvare questa persona, indipendentemente dalle sue qualifiche!” Ed è qui, nel villaggio di Ekachakra che Sri Nityananda ha fatto il suo eroico ingresso nella nostra era.
In un’era in cui numerose squalifiche e persino le offese sembrano essere parte del bagaglio psicologico di quasi tutti, l’amore puro è quasi impossibile. Sfortunatamente, possiamo dimenticare Krishna, ma fortunatamente Krishna non ci dimentica e così viene come Sri Nityananda, colui che dà la misericordia.
Preghiamo di tutto cuore e sinceramente il Signore Nityananda:
Oh Sri Nityananda, dimentica tutte le offese dell’essere vivente e concedi misericordia a chi è caduto.
(Caitanya Bhagavata, Antya 5.629)
La devozione delle gopi descritta in libri come lo Srimad Bhagavatam viene elargita da te alle persone del mondo. (Nityananda)
(Caitanya Bhagavata, Antya 5.303)
Tu puoi fare quello che nemmeno Sri Caitanya fa: concedere la misericordia a chi è più squalificato.
(Caitanya Caritamrita, 16.65)
Il tuo nome è Nityananda, pieno di eterna (nitya) beatitudine (ananda). Sono molto triste perché io ci sto provando, ma sto fallendo nella mia vita spirituale. Per favore, dammi la tua misericordia e così rendimi veramente felice.
(da Dandavats.com)