Ci sono stati dei momenti in cui i media ci associavano con quello strano mix di pseudo religioni e di sette guidate da ciarlatani, la cui esistenza causava costernazione nell’opinione pubblica e tra i genitori. Abbiamo dovuto perorare la nostra causa in molti modi per far capire che seguiamo veramente la via Vaisnava, e che non siamo degli zombi senza cervello dagli occhi vitrei, come molti pensavano.

Perché? Queste diffamazioni stereotipate erano umilianti? Perché? Erano generalizzazioni molto mal informate. Ma grazie a Krishna alcuni di noi vivono in paesi democratici.

I devoti che parlano a vari tipi di persone sanno che una certa parte della società non è molto istruita. La potremo chiamare “gente semplice” o sudra, e non sempre si esprimono molto bene. Se gli chiedessimo cosa ne pensano delle minoranze etniche, dei capitalisti o di gruppi culturalmente diversi da loro, è molto probabile che una risposta tipo sarebbe: “Sono tutti uguali, no? ….Sono loro la causa di tutti i nostri problemi.” Il farsi giustizia da soli per loro è una pratica abbastanza comune. È probabile che i partiti politici più estremisti diano loro voce e utilizzino la loro buona fede per avere dei voti alle urne. Se dovessero assumere il potere, lo stesso desiderio di fare i giustizieri e le stesse generalizzazioni sarebbero legittimate dallo Stato e si trasformerebbero in tiranni per poi soffocare ogni opposizione.

La storia del mondo ci ricorda qualcosa?

Devoti colti, sinceri e di buon senso dovrebbero generalizzare?

“Tutti gli scienziati sono così. Tutti i cristiani e i musulmani sono uguali. Tutti quelli che non sono d’accordo con noi sono completamente in Maya. Chi non segue Srila Prabhupada è un demone.”

Qualcuna di queste affermazioni vi suona familiare? Non corriamo forse il rischio di abbassarci al livello degli ignoranti se abbiamo questi sentimenti?

Non sarà che forse dei devoti intelligenti più accuratamente diranno: “In realtà, molti scienziati non sono darwinisti, credono in qualche forma di potere superiore, ma non riescono a capire del tutto il processo ascendente. Ci sono molti cristiani e musulmani pragmatici che amano la pace, tra i quali alcuni sono vaisnava sotto altre sembianze.”

Se le persone non sono d’accordo con noi, la sfida è migliorare la nostra presentazione. Ad esempio, ci sono molte altre organizzazioni vaisnava; dobbiamo solo accettare che esistano. Dopotutto, esiste qualcosa come l’austerità della parola, van-mayam tapa (BG. 17.15).

Dobbiamo ricordare che anche personaggi del calibro del presidente Bush e del primo ministro Blair, anche se sono stati in prima fila nella guerra al terrore, sono anche molto moderati nel parlare, “Stiamo solo combattendo gli estremisti” almeno nei forum pubblici dicono così.

I mayavadi e gli impersonalisti, per conto loro dicono: brahma satyam jagan mithya [“lo spirito è verità e la materia è falsa”], che è una generalizzazione piena di incongruenze.

C’è spazio per le generalizzazioni? Sì e no. Probabilmente la più grande generalizzazione che sentiremo è dvau bhuta-sargau loke (BG.16.6) ovvero che ci sono “due tipi di esseri creati” il divino e il demoniaco. Considerando la rarità dei devoti, Sri Krishna ci sta indicando quanto sia diffusa la mentalità demoniaca. Ma parla in termini assoluti. Anche noi possiamo fare delle dichiarazioni assolute, come “dharmah projjhita-kaitavo, il Bhagavatam rifiuta completamente tutte le attività religiose motivate dall’interesse personale…” (SB.1.1.2.) e “sa vai pumsam paro dharmo yato bhaktir adhoksaje, l’occupazione (dharma) suprema per tutta l’umanità è quella che fa sviluppare negli uomini l’amorevole servizio devozionale al Signore trascendentale…” SB.1.2.6.

Ma se vogliamo discutere delle questioni di attualità, come lo scontro di civiltà, tra partiti e tra religioni, il generalizzare, può farci cadere nella trappola della testardaggine dogmatica che può veramente distruggere ogni dibattito ragionevole. Poi è risaputo che ogni dibattito sulla religione o sulla politica finisce sempre in modo inconcludente. Eppure spesso durante la nostra predica questi problemi emergeranno. Come dobbiamo procedere allora?

Nello SB.1.2.10 la parola jiveta indica il nostro bisogno di serenità grazie al quale possiamo praticare la coscienza di Krishna in modo positivo. Allora faremo in modo di preservare la missione di Srila Prabhupada, il che comporta il difendersi dalle deviazioni dottrinali. Alcuni di noi possono ricorrere a una forma di protezione belligerante che critica qualsiasi cosa che sia anche lontanamente diversa dalla nostra, e poi includere tutto descrivendolo in modo non esatto. Sfortunatamente, questo può anche provocare del rigetto e dell’antipatia, e nel momento in cui potremmo aver bisogno di un aiuto urgente, come nel caso di controversie, o se fossimo bloccati in caos politico l’aiuto non arriverà.

A Kuruksetra, Karna seppe che gli odiati Pandava in realtà erano i suoi amati fratelli. Diviso tra la sua incrollabile lealtà a Duryodhana e il suo ritrovato affetto, scelse di non uccidere i suoi fratelli in combattimento. Mise da parte la sua inimicizia con intelligenza, e in questo modo servì lo scopo che si prefiggeva Krishna. In modo simile l’espressione loka-vicara significa comportarsi in un certo modo per rendere le persone favorevoli. Una delle qualità di un vaisnava è che è amichevole. Una disposizione amichevole in tutte le nostre azioni, sia nel denunciare delle sciocchezze che nel portare avanti la nostra linea in modo coerente, farà in modo che quando ne avremo bisogno, arriveranno aiuti anche da ambienti inaspettati. In altre parole, esiste un modo educato di fare quello che è necessario.

Se vogliamo essere un’alternativa credibile ai mali della società, dobbiamo analizzare come ci comportiamo in pubblico, ovvero in Internet. I nostri interventi di solito sono rispettosi e intelligenti e l’occasionale botta e risposta emerge solo di tanto in tanto. Siamo consapevoli del fatto che a sfogliare le nostre pagine web potrebbero esserci delle persone che sono consulenti di leaders, o dei membri del governo? Loro cercano anche risposte e ispirazione. Srila Prabhupada ci ha fornito un progetto su come gestire la società. Se ci venisse affidato un Paese da gestire, ad esempio le Mauritius; da dove cominceremmo? Con una consistente popolazione cristiana e musulmana abituata al consumo di carne, dovrebbero diventare tutti vegetariani o altrimenti essere espulsi dal Paese? Avverrebbe una guerra civile. Realisticamente parlando, potrebbe essere un problema, e se avremo una mentalità ristretta, non ci verrà data nessuna possibilità di azione.

In definitiva, non vogliamo compromettere nulla di quello che ci ha dato Srila Prabhupada, ma dobbiamo anche essere abbastanza spirituali da accettare le opinioni altrui, sempre nell’ambito dell’etichetta vaisnava. Un dibattito equilibrato e deciso è un segno di tolleranza. Proprio come succede in ogni Paese, quando la nazionale di calcio va male, nei media e nei bar spuntano opinioni diverse. “Licenziamo l’allenatore” “No, licenziano i manager” “Non essere ridicolo, ci vogliono nuovi giocatori “. Queste opinioni sono tutte diverse, ma l’argomento più ragionevole sarà “Vogliamo il meglio per il nostro team”.

E noi, si spera, avremo bisogno di tutto l’aiuto possibile dal nostro crescente numero di amici.

Hare Krishna.

Keshava Krishna dasa

(dal sito Dandavats.com)