Radhanath Swami racconta…
…Ho sentito la storia di una donna nata in un povero villaggio del Maharastra, in India; non ha mai avuto una vera e propria educazione scolastica, e quando era bambina e volle andare a scuola, i suoi genitori la mandarono a prendersi cura dei bufali. A nove anni la fecero sposare con un uomo che aveva circa trent’anni. A 19 anni aveva 3 figli ed era incinta. Un uomo, era come un mafioso, sfruttava le persone del villaggio e in particolar modo costringeva le donne a lavorare duro dando loro quasi nessun stipendio.
Tutti avevano paura di lui. Ma Sindhutai ne parlò con qualcuno che chiamò la polizia per farlo smettere, ma lui si incollerì parecchio e andò dal marito di Sindhutai dicendogli una menzogna: “Sei proprio uno stupido, tua moglie ti tradisce con tanti uomini e il bambino che sta aspettando non è tuo figlio, è mio figlio, io ho avuto una relazione con lei. Se tu non uccidi il bambino e non uccidi lei, io ucciderò te.”
Allora il marito andò da quella ragazza di 19 anni e la prese ripetutamente a calci sullo stomaco per uccidere lei e il bambino. Lei si ritrovò per terra priva di sensi e lui credette che fosse morta, allora la trascinò fuori e la mise nella stalla per far credere alla gente che era morta pestata dalle mucche.
Sindhutai era svenuta e quando si svegliò vide proprio sopra di lei una mucca che la proteggeva. Nella stalla c’erano molte mucche e bufali e una mucca avrebbe potuto schiacciarla, ma questa mucca mandava tutti via e perfino quando i suoceri vennero a vedere se era morta, la mucca con le corna li scacciò via e rimase vicino a lei. Poi Sindhutai riprese coscienza e diede alla luce una bambina, proprio sotto la mucca. Racconta di aver preso un pietra per tagliare il cordone ombelicale; e per ore e ore la mucca rimase li per proteggerla. Quando Sindhutai ebbe ripreso le sue forze, abbracciò la mucca e le promise: “Come tu mi hai protetta quando io mi sono trovata in un grande pericolo, anch’io proteggerò le persone che hanno bisogno.”
E’ una lunga storia, ma diciamo che la sua famiglia di origine la rigettò, perché secondo la tradizione, una volta che sei sposata, non puoi più tornare dalla tua famiglia. Una tradizione sciocca, come ce ne sono molte al giorno d’oggi.
Per non essere abusata, dormiva in un crematorio con la sua bambina e per mangiare raccoglieva i chicchi di grano che per tradizione le persone mettono vicino al cadavere. Li metteva nell’acqua e li cuoceva con il fuoco della pira funebre. Era una vita molto deprimente per lei e pensò: “Non voglio che la mia bambina viva in questo modo.” Così pensò di suicidarsi e si recò sui binari della ferrovia con la sua bambina in braccio, si stese per terra e aspettò che il treno le schiacciasse. Ma in quel momento sentì una voce che piangeva, era un vecchio storpio e molto invalido che piangeva chiedendo qualcosa da mangiare e dell’acqua, allora lei andò a chiedere la carità e gli diede da mangiare e da bere.
Poi lei pensò: “Quel vecchio uomo era la voce di Dio”, che lei chiamava Krishna, “che mi diceva che io ho un altro destino nella vita che suicidarmi. Devo fare qualcosa, devo dare un contributo a questo mondo.” Ma poi quel giorno si ritrovò seduta in un prato a considerare cosa poteva fare, non aveva nulla e nessuno. Come faceva ad aiutare gli altri? Seduta sotto un albero, vide un ramo dell’albero tagliato brutalmente con un’accetta da un boscaiolo e il ramo che penzolava ancora dall’albero; ma quel ramo stava dando dando ombra a lei e alla sua bambina. Allora cominciò a pensare: “Questa è la risposta, per quanto io sia stata picchiata e maltrattata, posso sempre fare qualcosa per gli altri”, e così cominciò a cercare dei bambini orfani e abbandonati, diventò la loro madre e si prese cura di loro. In qualche modo imparò a cantare veramente bene e con le offerte che raccoglieva si prendeva cura di loro e cercava di proteggerli.
Tempo dopo delle persone cominciarono a notare che lei riusciva a trasformare la vita di così tanti e vollero costruire per lei un orfanotrofio. Nel corso degli anni lei ebbe 1500 bambini e più di 1000 nipotini, e il suo operato aveva fatto un grandissima differenza nella loro vita. Molti di loro hanno poi studiato e sono diventati medici, avvocati, contadini. Ha dato loro quello che lei non aveva mai avuto. Per quello che ha fatto è stata premiata molte volte, anche a livello internazionale.
Ma lei spiegato quale è stata la cosa più importante e significativa che ha fatto nella sua vita.
Molti anni più tardi, dopo aver ricevuto un premio dal Presidente dell’India, da altri governanti di stati e dopo aver ricevuto onorificenze internazionali, un giorno un vecchio arrivò all’orfanotrofio. Aveva fame, era malato, era senza casa e chiedeva un rifugio. Dopo qualche minuto Sindhutai lo riconobbe, era il suo ex marito, la persona che aveva cercato di assassinarla in un modo così brutale, e gli disse: “Quando mi hai lasciato morire sono rimasta senza una casa ed ero vestita di stracci, adesso tu sei senza casa e sei vestito con degli stracci, e io ho un bel posto con così tanta gente.”
Aggiunse che la cosa più significativa della sua vita era che lei lo aveva perdonato, e gli disse: “Ti darò un rifugio, ma io non sono tua moglie, sono tua madre.” E quando le persone venivano in visita all’orfanotrofio, lei lo presentava: “Lui è il mio figlio maggiore, e a volte é molto birichino.”
Quando l’ho sentito raccontare la sua storia, mi sono commosso. Così una volta che ero in Youtube, ho condiviso questa storia e qualcuno nell’orfanotrofio gli fece vedere il video, allora lei volle incontrarmi. L’ho incontrata a Puna e lei era con altre due persone, abbiamo parlato per circa un’ora ed è stata una bellissima conversazione. Vicino a lei c’era una signora che per tutto il tempo sorrideva tantissimo, ma non parlava molto. E proprio quando stavo per andare, Sindhutai mi disse: “Ti voglio presentare questa ragazza, è proprio lei quella che è nata sotto la mucca. Ora è una dottoressa ed è responsabile di uno dei nostri orfanotrofi.
E poi aggiunse: “Io considero tutte le tragedie della mia vita come dei doni per darmi forza di aiutare gli altri.” Pensava che era tutta misericordia di Dio. Disse: “La mia vita è stata un sentiero cosparso di spine, ma io ho fatto amicizia con quelle spine, la mia vita è diventata bella e posso dare bellezza a così tante altre vite.”
Questo è un piccolo esempio di come poter essere influenti senza dipendere dal denaro. Il potere della compassione è molto più grande di quello che si può ottenere con il denaro. E quando il denaro, le nostre conoscenze, le nostre abilità, e la nostra forza vengono costruite sulle fondamenta di quella compassione, non solo la nostra vita viene arricchita oltre ogni nostra aspettativa, noi possiamo cambiare le cose, possiamo avere molta influenza nel mondo. Ognuno di noi, chiunque noi siamo, perché ognuno di noi è intrinsecamente speciale e nulla e nessuno ci può portare via questo fintanto che noi siamo consapevoli di essere degli strumenti di compassione, degli strumenti della grazia, questa è la vera influenza che va oltre il potere del denaro.
Grazie per la condivisione di questa storia. Haribol!